Politica

Il senatore dem D’Arienzo “boccia” Zaia sulla “Nogara – Mare”

Duro attacco del senatore Vincenzo D’Arienzo (capogruppo del Partito democratico nella Commissione Lavori pubblici, infrastrutture e trasporti del Senato) nei confronti della Giunta regionale del Veneto guidata da Luca Zaia, sul progetto dell’Autostrada Nogara-Mare. L’organo di governo regionale ha infatti proposto di inserire l’autostrada “Nogara-Mare” tra i progetti da finanziare con parte dei fondi europei del “Recovery Plan”.

Il progetto della nuova autostrada è presente nel Piano regionale dei Trasporti della Regione del Veneto dal 2004, e dal 2018 l’iter dell’opera è bloccato, in quanto la stessa Regione ha messo in discussione la sussistenza del preponderante interesse pubblico, e la rispondenza della nuova autostrada alle esigenze di programmazione regionale e di sostenibilità economico-finanziaria. Il concessionario che aveva portato avanti il project financing dell’opera, infatti, aveva chiesto un contributo alla Regione che oscillava tra 1,2 e 1,8 miliardi di euro. La sospensione, ottenuta dalla stessa Regione, è stata anche confermata fino al Consiglio di Stato. Ora la Regione chiede appunto che la “Nogara-Mare” possa essere in parte finanziata con i contributi europei. Questo ha scatenato una veemente reazione da parte dell’esponente dem.

«Innanzitutto, l’iter progettuale è al livello preliminare e manca l’approvazione del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) alla revisione del medesimo», spiega D’Arienzo. «Ciò nonostante», aggiunge, «come il miglior prestigiatore, Zaia ha inserito l’asse autostradale nelle proposte che la Regione ha inviato allo Stato per il Piano nazionale di ripresa e resilienza per 2 miliardi di euro, ma con priorità 2, ovvero “necessario ma non indispensabile”». Il senatore rincara la dose affermando: «Fa specie vedere il giochino. Nel 2019 la Regione ne blocca il project financing (e vince contro i ricorsi), poi conferma il progetto nel Piano regionale Trasporti a luglio 2020 e, adesso, chiede i soldi del Recovery Fund per pagare il proprio contributo pubblico che il concessionario aveva chiesto. Insomma, un’evidente presa in giro».

D’Arienzo ritiene la richiesta della Regione irricevibile anche perché l’attuale livello dell’iter procedurale non consente di concludere l’opera entro il 2026, termine temporale affinché un’opera possa rientrare nel Piano ed essere finanziata. Inoltre il “Recovery Fund” non finanzia i contributi ai concessionari. «Quindi», conclude, «si tratta di una “carnevalata” di Zaia, di cui il territorio del Basso veronese non aveva bisogno».

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