Gazzo Veronese, individuata la sostanza utilizzata per avvelenare il mais che ha causato la morte di centinaia di animali
Quanto era avvenuto lo scorso gennaio nel comune di Gazzo Veronese aveva scioccato e indignato tutti. Un agricoltore 80enne residente in provincia di Mantova, che successivamente ha cercato di giustificare il proprio gesto scellerato affermando di essere esasperato per i danni provocati dalle nutrie, ha avvelenato circa due ettari di terreno (tra le località Coazze e Ronchetrin) spargendo alcuni quintali di mais avvelenato; ciò ha però causato la morte di centinaia di animali selvatici (anatra, oche, fagiani, lepri) attirati dal cibo.
Inizialmente – sulla base di quanto dichiarato dall’agricoltore – sembrava che il mais fosse stato avvelenato con il Coragen un insetticida selettivo specifico per pomacee, drupacee, noce, castagno, mandorlo, vite da vino e da tavola, agrumi (non in produzione), patata e, appunto, mais e mais dolce. Nelle ultime ore è invece emerso che ciò non corrisponde al vero.
«Non è stato il Coragen ad avvelenare la fauna selvatica a Gazzo Veronese», spiega il comandante della Polizia provinciale Anna Maggio, «Il 18 gennaio scorso un agricoltore, residente in provincia di Mantova, aveva sparpagliato un ingente quantitativo di mais avvelenato sui propri campi per uccidere le nutrie, ma il pesticida usato aveva provocato la morte di decine di altri esemplari di fauna selvatica, alcuni appartenenti anche a specie particolarmente protette. Poiché la zona risulta adiacente all’Oasi naturalistica del Busatello e lontana da qualsiasi via di comunicazione, anche ciclopedonale, il danno ambientale sarebbe potuto essere ancora più grave. Il fatto non ha avuto conseguenze peggiori grazie ad alcuni cacciatori dell’ambito territoriale 5 che, imbattutisi nelle carcasse, avevano subito dato l’allarme e collaborato con la Polizia provinciale e la Protezione civile per la bonifica dell’area».
«L’agricoltore aveva affermato di aver avvelenato il mais con il pesticida Coragen + Avaunt, che utilizzava per le viti e di cui aveva consegnato un flacone quasi vuoto», sottolinea, «Dopo un’attenta valutazione era apparso poco probabile che quello fosse il pesticida utilizzato, perché troppo costoso e di colore biancastro, mentre il mais rinvenuto nei campi si presentava di un colore verdastro. I risultati delle analisi sui campioni di mais e sulle carcasse degli animali, eseguite dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie di Verona, hanno ora evidenziato che il principio attivo del prodotto utilizzato è l’oxamyl e che questo risulta assente nel pesticida Coragen+Avaunt».