Il “Gala d’oro in Festival” accende i riflettore sul mondo equestre e si rivela un grande successo
In questo particolare periodo di pandemia in cui non è stato possibile lo svolgimento di fiere ed eventi ed esse collegati, Veronafiere ha comunque promosso un festival on-line che ha catalizzato l’attenzione di molte decine di migliaia di persone, che hanno così avuto l’opportunità di votare il numero equestre italiano preferito tra quelli realizzati nell’ambito delle ultime nove edizioni del “Gala d’oro”, uno show internazionale creato da Fieracavalli.
Il “Gala d’oro in Festival” – organizzato dall’Accademia Gala d’oro, con la direzione artistica di Antonio Giarola e Dario Milanese, e il coordinamento generale di Armando Di Ruzza, event manager di Fieracavalli – oltre ad aver previsto un premio di gradimento assegnato dal pubblico, ha poi affidato ad una giuria di esperti in arti visive, l’assegnazione di altri dieci premi in altrettante categorie, così come avviene abitualmente nei festival cinematografici.
Il pubblico, a larga maggioranza, ha assegnato il premio di gradimento all’amazzone Loretta Minollini e al violinista Virtuoso Artale, in virtù della performance di cui sono stati protagonisti nel numero “Il sogno”, eseguito nel corso del “Gala d’oro Dreams” del 2019.
La giuria, invece ha assegnato i premi “Miglior interprete femminile” a Jessica Notaro e “Miglior interprete maschile” a Giuseppe Cimarosa. Hanno inoltre ricevuto un riconoscimento i numeri “Spadanzando” (“Drammaturgia singola”), “Amazzoni!” (“Drammaturgia di gruppo”), “Ali” (“Coreografia”), “Carnevale a Venezia” (“Costumi”), “La tua forza al mio fianco” (“Colonna sonora”), “Declinazioni in nero” (“Arte equestre”), “Catrina e il valzer degli scheletri” (“Originalità”) e “White freedom” (“Numero in dolcezza”).
I giurati, inoltre, hanno deciso di assegnare una “Menzione d’Onore” a Silvia Resta, per il numero “Il sacrificio del Minotauro” (“Gala d’oro Celebration” del 2011), e ad Angelo Beretta per il numero “New York, New York” (“Gala d’oro Opera” del 2013).
«In questo difficile periodo per l’economia mondiale», afferma Armando Di Ruzza, «Fieracavalli è forse il fulcro di un settore che ha sofferto forse più di altri e nel quale l’aspetto spettacolare ha una forte valenza. Tenerne vivo l’interesse è stato l’obbiettivo di Veronafiere e, visto i risultati, direi ampiamente raggiunto».