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Legnago, il “Salieri Circus Award” sarà intitolato ad Alessandra Galante Garrone

È ad un grande nome della cultura e dello spettacolo italiani come quello di Alessandra Galante Garrone che è dedicato l’International Salieri Circus Award, la rassegna che – nel nome del compositore Antonio Salieri – lega, unica in Europa, la musica classica con le arti circensi. Sarà in scena dal 23 al 27 settembre al Teatro Salieri di Legnago, sotto la direzione artistica di Antonio Giarola. Una giuria tecnica, presieduta da Arturo Brachetti, sceglierà i vincitori tra 20 artisti di 12 nazioni, mentre una giuria stampa assegnerà il premio della critica.

«Ho deciso di dedicare il Salieri Circus ad Alessandra Galante Garrone, oltre che per l’amicizia e il rapporto che ci legava, anche per il fatto che a mio avviso è stata la prima persona del panorama culturale del nostro Paese a portare in Italia, sia a livello di spettacolo che in ambito formativo, la pratica del “nouveau cinque” – che oggi chiameremmo circo contemporaneo – quando ancora non si chiamava così. Una figura fondamentale, profonda e anticipatrice, nel campo della cultura e dello spettacolo», spiega il regista Antonio Giarola, che ha firmato spettacoli in varie parti del mondo, dalla Cina alla Russia, dalla Francia all’Olanda, ed è stato premiato a Festival come quelli di Mosca e Montecarlo.

Ad Alessandra Galante Garrone verrà dedicata l’ouverture della rassegna, con un testo poetico dello stesso regista e la musica di Antonio Salieri tratta dall’opera “Armida”. In scena, gli allievi della Piccola Scuola di Circo di Milano diretta da Paride Orfei, con le coreografie di Snezhinka Nedeva ed Elena Grossule. L’opera di Galante Garrone sarà, altresì, al centro di uno dei talk show che animeranno le giornate del Salieri Circus Award.

Attrice e direttrice della Scuola di Teatro di Bologna che ha fondato nel 1976 e che ora porta il suo nome, Alessandra Galante Garrone (1945-2004) si era formata a Parigi, allieva di Jacques Lecoq, nei turbolenti e fantasiosi anni Sessanta. Vivacissima, decisa, piena di passione, ha dedicato trent’anni della sua vita alla difficile arte di formare generazioni di attori. In modo generoso, originale, mirando a non sovrapporre alle persone dei modelli buoni una volta per tutte, da ripetere pedissequamente, come chiariva anche il titolo di un suo libro, “Alla ricerca del proprio clown” (Usher, 1980), dove l’attenzione e l’enfasi erano puntati su quel “proprio”. Così ha realizzato per prima il progetto di mettere in pratica un’idea di teatro in cui la ferrea disciplina del circo e i suoi clowns, maestri di vita e di poesia, si mescolavano con i personaggi della tradizione del teatro di prosa, contaminandoli, rinnovandoli, e toccando nel vivo le antiche strutture drammaturgiche proponendo, anche provocatoriamente, nuove vie di connessione e di indagine. Non per caso credeva che alla scuola di teatro non giovasse solo la concentrazione su di sè ma anche l’incontro con molti saperi dello spettacolo, la canzone e la drammaturgia, l’opera lirica e la regia, il circo e il cabaret.

«Al Salieri Circus si sarebbe trovata come a casa», afferma Antonio Giarola.

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