Legnago, vent’anni per il Centro ambientale archeologico

Celebrazioni di alto profilo, ieri, al Centro ambientale archeologico, che ha festeggiato il ventennale dalla sua inaugurazione. «Oggi è un momento importante per Legnago e tutta la Pianura veronese», ha sottolineato Federico Melotto, direttore della Fondazione Fioroni. Aggiungendo: «Sabato 18 dicembre si replica con un convegno a cui parteciperanno docenti e archeologici che hanno lavorato e “scavato” sul territorio veronese negli ultimi vent’anni».
Luigi Tin, presidente della Fondazione Fioroni, alla quale è affidata la gestione del Centro, ha fatto un excursus storico sulla struttura di via Fermi, all’epoca fortemente voluto dal Consorzio di bonifica, con l’essenziale appoggio dell’Amministrazione comunale dell’epoca, guidata da Silvio Gandini.
E proprio l’ex primo cittadino è stato tra gli ospiti delle celebrazioni, così come il suo successore Roberto Andrea Rettondini e lo storico direttore del consorzio (all’epoca “Valli Grandi”), Giovanni Morin. Assenti giustificati, invece, l’attuale borgomastro legnaghese Graziano Lorenzetti, risultato positivo al Covid-19, e chi lo ha preceduto alla guida di Palazzo de’ Stefani, Clara Scapin, costretta a casa da un malanno di stagione.
L’Amministrazione comunale era rappresentata dal vicesindaco Roberto Danieli, cui è stato affidato il simbolico taglio del nastro, ed era inoltre presente il Soprintendente all’Archeologia e Belle arti delle Province di Verona, Vicenza e Rovigo Vincenzo Tinè.
«Il Centro archeologico è un museo di rilievo nel panorama italiano perché qui sono conservati reperti di fondamentale importanza per la storia non solo locale ma nazionale e internazionale», ha sottolineato Valentina Donadel, curatrice del Caa. «Alcuni manufatti provengono infatti da siti che nell’antichità erano dei veri e propri poli di scambio tra l’Europa Centrale e il mondo del Mediterraneo. Inoltre, grazie all’offerta museale delle tre strutture cittadine, ovvero il Caa, il Museo Fioroni e il futuro costituendo Museo archeologico romano, a Legnago è possibile ripercorrere circa settemila di storia, partendo dal VI millennio A.C. con il Neolitico fino alla Seconda guerra mondiale. Un’offerta unica sul territorio e per tutta la provincia di Verona».
«Ringrazio chi ha amministrato la città prima di noi, perché ha fatto tanto affinché il Centro archeologico potesse essere definito un fiore all’occhiello di Legnago e di tutta la Pianura veronese», ha concluso il vicesindaco Danieli. «Ringrazio anche gli enti che hanno supportato e finanziato dal 1999 il progetto di recupero di questo edificio, uno dei pochi sopravvissuti ai bombardamenti della seconda guerra mondale, perché era giusto che trovasse una rinascita e che nel tempo assumesse un’importanza di riferimento per l’archeologia del Veneto».