Sociale

Legnago, numeri importanti per lo “Sportello lavoro”

Sono 61, i lavoratori che lo scorso anno hanno trovato impiego grazie allo “Sportello lavoro” di Legnago, di cui 45 tra i nuovi iscritti del 2021. Lo annuncia il Comune, che ha reso noti i dati relativi all’anno conclusosi poco più di un mese fa. I colloqui effettuati sono stati 204, 81 dei quali realizzati con nuovi iscritti.

Ben 123 i colloqui dei ripassi, tra cui sono state conteggiate anche persone che hanno richiesto molteplici appuntamenti con lo sportello lavoro. Le aziende contattate sono state cinquanta, sia per l’attività di incontro domanda e offerta che per lo sviluppo di tirocini. Con undici imprese è stato fatto un incontro de visu per presentare lo sportello lavoro.

Degli utenti che nel 2021 si sono rivolti allo Sportello, il 70% è rappresentato da cittadini italiani e il 30% da persone di nazionalità straniera. Di questi, il 75% ha la licenzia media contro il 5% in possesso della laurea e il 9% del diploma di scuola superiore. Quanto alla fascia d’età, quella tra i 40 e 50 anni registra un picco rispetto allo scorso anno e rappresenta il 28% del totale contro il 17% degli under 30.

Le ricerche di lavoro hanno riguardato principalmente i settori pulizie, assistenza, Gdo e logistica, mentre si è notato un calo nel settore impiegatizio. Nel 2021 le aperture dello sportello sono state 94 e la media degli accessi al servizio è stata di 3 persone ad apertura.

«I dati che mi arrivano da questa relazione annuale sono confortanti e mi fanno ben sperare: 61 persone assunte e 50 aziende del territorio sono state coinvolte, addirittura per lo sviluppo di tirocini, quindi con la volontà di formare personale competente», ha commentato l’assessore al Sociale, Istruzione e Famiglia Orietta Bertolaso.

Che ha poi aggiunto: «Tuttavia, mi auguro che vengano promossi programmi formativi mirati per aiutare le persone che maggiormente si trovano in difficoltà, come ad esempio chi ha una scarsa scolarizzazione, è giovane ed è donna. Le donne, a causa della pandemia, sono state sicuramente le più penalizzate dal punto di vista lavorativo».

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