Il circolo legnaghese di Fratelli d’Italia, in occasione del “Giorno del ricordo”, organizza un incontro per parlare del dramma delle foibe
Anche quest’anno il circolo di Fratelli d’Italia di Legnago, in occasione della ricorrenza del “Giorno del ricordo”, organizza un incontro per rievocare la tragedia vissuta dalle popolazioni giuliane, istriane, fiumane e dalmate.
L’evento – che prevede la presenza del segretario del Movimento nazionale Istria, Fiume e Dalmazia, Paolo Spadafora e sarà moderato dal direttore di Pianura24, Federico Zuliani – si terrà venerdì 10 febbraio, a partire dalle 20.45, all’interno della sala civica “B” ubicata in via Metteotti n. 6; la serata si aprirà con i saluti del presidente del circolo legnaghese di FdI, Gianluca Cavedo.
«”La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale ‘Giorno del ricordo’ al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. Così recita il testo della legge n. 92 del 30 marzo 2004 con la quale, dopo sessanta lunghi anni, veniva abbattuto quel muro di omertoso silenzio che copriva la pulizia etnica perpetrata dai partigiani jugoslavi di Tito contro gli italiani delle terre di nord-est, alla fine della Seconda guerra mondiale», affermano i promotori dell’iniziativa.
«Ricordiamo», aggiungono, «che le foibe sono voragini rocciose dell’altopiano del Carso, e che furono usate alla fine della seconda guerra mondiale per “infoibare”, ovvero spingere nella foiba, migliaia di istriani e triestini, italiani ma anche slavi, antifascisti e fascisti, colpevoli di opporsi all’espansionismo comunista slavo propugnato dal Maresciallo Tito. Sono state registrate più di 1.700 foibe. Non è chiaramente quantificabile il numero delle vittime, perché è risultato impossibile esaminare tutte le foibe che si sa essere state utilizzate, ma le stime parlano di più di 10mila persone uccise, gettate spesso ancora vive nelle cavità rocciose».
«Un tema importantissimo», sottolinea Gianluca Cavedo, «perché l’esodo, dopo il secondo conflitto mondiale, non ha riguardato solo la popolazione italiana, ma molti popoli “di confine”. Ecco perché è importante dare valore al “ricordo”, un termine pregnante che etimologicamente significa “riportare al cuore che è sede della memoria”».