Ance, la città chiede interlocuzioni
Si è svolta nei giorni scorsi, nell’auditorium della Camera di Commercio a Verona, la “casa” di imprese e associazioni, l’Assemblea Generale pubblica di Ance, che annualmente mette il punto sull’anno concluso e pone le basi per i progetti edili in corso e il volto futuro della città. A salutare la platea il presidente di Ance Verona, Carlo Trestini, che in un discorso appassionato ha lanciato una raccolta fondi a favore delle popolazioni e dei colleghi emiliani e romagnoli colpiti dalle alluvioni, ripercorso gli ultimi anni, dal buio per il settore allo slancio del Superbonus, e di seguito fotografato la città dal punto di vista dei costruttori edili scaligeri.
In apertura i saluti di indirizzo di Giuseppe Riello, presidente della Camera di Commercio di Verona, del presidente della Provincia, Flavio Massimo Pasini, e della vicepresidente della Regione Veneto, Elisa De Berti. A seguire la tavola rotonda dedicata ai macro-temi che traineranno Verona verso il 2040, cui hanno partecipato oltre allo stesso Trestini, la vicesindaca del Comune di Verona Barbara Bissoli, il presidente di Agsm-Aim Federico Testa, il consigliere del Consorzio Zai Giandomenico Allegri, il presidente di Confindustria Verona Raffaele Boscaini e il direttore del Cresme Lorenzo Bellicini. Chiusura affidata a Federica Brancaccio, presidente Ance, prima donna alla guida dei costruttori edili nazionali, a Verona per sottolineare il prezioso apporto dei Collegi locali e regionali di Ance e la volontà di coinvolgere i giovani fin da subito in tutti i processi di un comparto con il più alto moltiplicatore. Presente anche Paolo Ghiotti, presidente Ance Veneto.
Per quanto riguarda Verona, i dati della Cassa Edile provinciale evidenziano risultati significativi. Nel 2022 la massa salari ha superato i 141 milioni di euro, registrando un aumento del +15% rispetto al 2021, che a sua volta aveva già registrato un incremento del +17% rispetto al 2019 (l’anno più significativo, considerando l’impatto della pandemia nel 2020). Allo stesso modo, le ore denunciate hanno segnato un aumento del +12% (circa 12.500), il numero di imprese è aumentato del +10% (con un totale di 1.876 imprese iscritte a marzo 2023) e il numero di lavoratori è cresciuto del +15% (con 10.244 lavoratori iscritti a marzo 2023).
Dati in linea con il trend nazionale individuato dalla direzione Affari economici, Finanza e Centro studi di Ance Nazionale. Il settore delle costruzioni ha confermato nel 2022 una dinamica positiva, con un aumento del +12,4% dei livelli produttivi rispetto all’anno precedente. Un fattore trainante di questa crescita è stata la manutenzione straordinaria abitativa, che ha registrato un aumento del +22% rispetto al 2021, grazie agli incentivi fiscali. Anche il comparto delle opere pubbliche ha evidenziato una stima positiva nel 2022, con un incremento del +4% su base annua, nonostante alcuni ritardi nell’avvio dei progetti del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e le tensioni sui prezzi delle materie prime ed energetiche.
«Nonostante le sfide attuali, tra cui la carenza di manodopera e i crediti fiscali in sospeso – spiega Trestini – Ance Verona rimane impegnata nell’assistere le imprese ad affrontare i problemi quotidiani, risolverli e prevenirli. Grazie alla professionalità e concretezza dei suoi uffici, l’associazione si pone l’obiettivo di guardare oltre il presente, sviluppando una visione di medio-lungo periodo per anticipare e affrontare al meglio le sfide future». L’associazione ha avviato un progetto che mira a rivoluzionare il modo di programmare, progettare e realizzare operazioni di sviluppo immobiliare, attraverso il coordinamento della filiera e la risoluzione delle inefficienze che si presentano lungo il percorso. Questa metodologia accompagnerà gli imprenditori dalla valutazione degli investimenti fino alla costruzione e vendita, riducendo gli errori e garantendo tempi e costi preventivati, insieme a standard elevati in termini di sicurezza sismica, acustica, efficienza energetica e comfort abitativo.
Nel futuro delle costruzioni, nonostante un ridimensionamento rispetto ai valori eccezionali dell’anno precedente, si prevede per il 2023 un livello complessivo di investimenti ancora elevato. Tuttavia, alcune sfide come le modifiche apportate al Superbonus 110% e il blocco delle cessioni dei crediti fiscali richiedono soluzioni adeguate per sostenere la crescita. In questa prospettiva, si prevede un importante aumento degli investimenti nelle opere pubbliche (+25%), principalmente grazie alla realizzazione del PNRR, il quale dovrebbe accelerare il suo impatto positivo sull’economia.
Sempre in ottica di ottimizzazione delle performance è il presidente Trestini ad illustrare come «Ance Verona stessa si è trasformata dedicandosi ad iniziative innovative, andando oltre i tradizionali servizi, come l’edilizia privata, l’urbanistica, la fiscalità, i lavori pubblici, la sicurezza e le tutele sindacali, che rimangono garantiti ai massimi livelli. Un esempio tangibile di questa innovazione è rappresentato dal coordinamento e dalla gestione del processo edilizio, con un costante aggiornamento delle competenze e delle conoscenze».
La volontà di guardare in avanti con una visione d’insieme è emersa durante la tavola rotonda che ha messo a confronto diversi big player del panorama cittadino per un futuro internazionale di competitività, dal titolo “Verona ha la lungimiranza il coraggio e la visione per fare la differenza e crescere con le future generazioni?”. È Lorenzo Bellicini, direttore Cresme, a stimolare riflessioni e confronti sui grandi temi riferiti all’edilizia che inevitabilmente intrecciano aspetti urbanistici, economici e sociali. Tra questi, le politiche attrattive e abitative per affrontare questioni quali il calo demografico, la carenza di lavoratori, il poco appeal percepito dai giovani da trasformare in opportunità, percorsi realizzativi a breve e a lungo termine, logistica e reputazione territoriale.
Verona è la settima provincia italiana per importanza economica, ottava per la competitività, la prima per posti letto nel turismo e la terza per presenze di visitatori. Eppure, nel confronto con l’Europa scivola verso il fondo: la competizione è difficile e richiede qualità e ambizione ancora poco palpabili. Verona potrebbe coinvolgere in un progetto di sviluppo le città circostanti, da Mantova a Brescia e a Vicenza e su verso Trento e Bolzano. Insieme potrebbero fare massa critica e immaginare più crescita e competitività.
«Nonostante tante eccellenze Verona non ha ancora chiaro cosa vuole essere e cosa vuol fare da grande. Occorre agire uniti nelle intenzioni, con un metodo condiviso, e mettere nelle condizioni di poter lavorare tutte le categorie. In particolare, le donne, nell’ottica di bilanciamento del gender gap», commenta Boscaini. In sintesi, nella visione generale, la vicesindaca Bissoli, vede soluzioni «Nell’housing sociale e universitario, residenzialità protette, esercizi di vicinato”. Verona deve diventare la città dei 15 minuti per raggiungere agilmente tutti i servizi con una regia pubblica e polarità diffusa».
Il presidente Testa invita a «Non sedersi sugli errori ma a concentrarsi su progetti di prospettiva. Efficientamento energetico complesso in molte case di proprietà di chi non ha le risorse per riqualificarle» mentre Allegri, Consorzio Zai, è tornato più volte sui possibili sviluppi per l’area della Marangona, la zai storica, sede possibile della città smart del futuro «Un progetto che porterebbe alla crescita dei traffici su rotaia sulla direttrice del Brennero: una svolta sia economica che di competitività e anche ambientale, collegata a innovazione e digitalizzazione».