Non autosufficienza, per Anna Maria Bigon (Pd) servono una riforma del settore e maggiori finanziamenti

«Sul fronte della non autosufficienza l’attuale modello di sostegni non è più in grado di rispondere alle esigenze di un numero enorme di persone e delle loro famiglie. Questo scenario vale a maggior ragione per il Veneto, dove il bacino di utenza tocca ormai le 180mila persone, di cui 31mila in casa di riposo ed il resto, 150mila, a carico delle famiglie. Serve dunque una riforma complessiva e, al tempo stesso, la consapevolezza da parte del governo regionale della necessità di stanziare maggiori risorse».
L’analisi è della consigliera regionale del Pd Veneto e vicepresidente della commissione Sociosanitaria, Anna Maria Bigon, a margine di un convegno dedicato al tema, organizzato dal dipartimento Welfare dello Spi Cgil.
«Il progressivo invecchiamento della popolazione veneta ha portato il numero degli ultra 65enni ad una percentuale che sfiora il 24%. Se a questo si sommano le crescenti difficoltà economiche delle famiglie, è chiaro che in assenza di interventi si prospettano anni molto difficili nell’ambito dell’assistenza. E anche le strutture come le case di riposo registrano, soprattutto per la carenza di personale, una difficoltà accentuata nel garantire supporti validi ai non autosufficienti», sottolinea.
«Lo scorso anno», osserva l’esponente dem, «il Fondo regionale ammontava a 832 milioni, di cui 60 di fonte nazionale. Sarà fondamentale, in sede di bilancio, prevedere una revisione al rialzo della spesa, centrandola maggiormente sui bisogni emergenti. Contemporaneamente, bisogna spingere per un cambiamento negli interventi, tenendo conto che il Fondo nazionale è stato istituito nel 2006 e che quindi si rende doveroso un aggiornamento efficace del sistema».