Nel territorio dell’Ulss 9 sono stati reperiti 17 medici di base, ma per la Cgil non è sufficiente
Sono 92 in tutto il Veneto, di cui 17 nell’Ulss 9 Scaligera, i medici che hanno risposto al primo avviso dell’anno 2024 di Azienda Zero per il reperimento di medici di medicina generale a copertura delle zone carenti. Le relative graduatorie sono state chiuse e approvate il 20 maggio scorso, ed entro il 4 giugno i medici incaricati dovevano comunicare l’accettazione dell’incarico.
Il bando era aperto ai medici di ruolo che intendevano trasferirsi in altro ambito territoriale, ai diplomati del corso di formazione specifica regolarmente iscritti alla graduatoria regionale dei medici di base per l’anno 2024 e ai diplomati del 2023 che non hanno terminato il corso regionale in tempo utile per iscriversi alla graduatoria del 2024.
Tra le 17 nuove assegnazioni veronesi figurano: 1 assegnazione per trasferimento; 11 nuovi inserimenti in graduatoria; 5 assegnazioni di diplomati. Dopo la fase di accettazione Azienda Zero procederà quindi ad aggiornare il numero delle zone rimaste carenti, che si annuncia ancora molto alto.
Secondo la Cgil, a fronte della situazione della medicina di base veronese, che definisce gravissima (in virtù delle 213 zone carenti registrate alla fine dell’aprile scorso, record assoluto degli ultimi anni), da questo nuovo bando non ci può attendere alcun sostanziale miglioramento. L’organizzazione sindacale, inoltre, sottolinea come possano passare anche molti mesi dal momento dell’assegnazione dell’incarico all’effettiva entrata in esercizio.
«Come pensionate e pensionati, come sindacato, chiediamo con forza l’intervento delle istituzioni che hanno la responsabilità di tutelare la salute delle persone, al fine di mettere in campo misure e politiche che consentano ai nuovi medici di essere immediatamente operativi», dichiara il segretario generale dello Spi Cgil Verona, Adriano Filice. «Non ci riferiamo soltanto a chi governa la sanità», aggiunge, «ma anche alle Amministrazioni comunali, ai sindaci che hanno la responsabilità della salute della collettività. Riteniamo che questa sia la vera emergenza e che si debba fare di tutto per trovare soluzioni alle problematiche che impediscono l’immediata attivazione dei medici di famiglia».
Filice reclama anche una maggiore attenzione da parte di tutte le istituzioni rispetto alla condizione sociale delle famiglie. «Le liste d’attesa per le visite specialistiche, quelle per l’accoglienza nelle case di riposo, la qualità dell’assistenza; la carenza di medici di famiglia, la grande problematica dell’assistenza alle persone non autosufficienti. Sono queste, oggi, le priorità delle famiglie. E dovrebbero essere anche le priorità di chi amministra la sanità e le istituzioni locali», sostiene.
Per quanto riguarda, infine, la Continuità assistenziale, nelle graduatorie pubblicate da Azienda Zero risultano soltanto 5 nuovi assegnazioni per tutto il Veneto, nessuna delle quali riguarda l’Ulss 9. «Resta quindi al palo, nel nostro territorio, anche la riforma delle ex guardie mediche, trasformate in medici “distrettuali” proprio allo scopo di raccogliere i pazienti rimasti “a piedi” dal mancato ricambio di medici di famiglia. Al 2 aprile 2024 nell’Ulss 9 risultavano vacanti 114 incarichi da 24 ore settimanali. E a fronte del nuovo bando, andato praticamente deserto per quanto riguarda l’Ulss 9, la situazione sembra destinata a rimanere invariata», osserva lo Spi Cgil Verona.