Arte & Cultura

I mecenati di “International Salieri Circus Award”: Luigi Tin (Fondazione Fioroni)

Legnago è una città ricca di storia, dalle radici antiche fino alla contemporaneità, e si propone come fulcro culturale della Pianura veronese grazie a iniziative che spaziano dai musei al teatro, fino all’impegno dell’amministrazione pubblica. Di conseguenza non può, e non deve, passare inosservata.

Eppure, il rischio è quello di guardare altrove, lontano dai piccoli paesi di provincia, dimenticandosi che questi hanno tanto da offrire e che la loro energia vitale non si sta esaurendo ma cresce, perché alimentata da chi è consapevole della bellezza che li circonda.

Quindi, è un dovere sostenere le iniziative culturali locali investendo economicamente, ma anche nutrirne l’anima partorendo idee sempre nuove che siano di qualità e attrattive, incentivando così il turismo sul territorio.

L’ultima voce, in questa serie di interviste ai mecenati di “International Salieri Circus Award”, è quella di Luigi Tin, che dopo un’importante carriera da dirigente aziendale, ha deciso di mettere le sue passioni di profondo conoscitore e ammiratore delle arti, della cultura e della bellezza alla guida della Fondazione Fioroni, di cui è presidente.

Perché pensa sia importante investire sul territorio di Legnago? Che significato ha per Lei questa città?
Credo sia un dovere civico operare per la crescita e il benessere della propria città. Ognuno deve dare quello che può nella consapevolezza che non siamo soli ma viviamo in una società e in una città che vorremmo sempre più bella. Se non cogliamo questo aspetto, capiamo perché ci sono sporcizia e disordine. Quindi, dobbiamo cominciare a considerare la città anche fuori dalla nostra porta.

Qual è il suo rapporto con l’arte, il teatro, lo spettacolo e la cultura?
Le rovescio la domanda: che esistenza sarebbe quella di una persona senza un rapporto con l’arte o con la cultura? L’arte e la cultura emozionano, elevano il nostro spirito, danno senso al nostro esistere. Con questo però non intendo affermare che dobbiamo sapere tutto di arte e di cultura, stante l’ampiezza di questi mondi, sarebbe infatti impensabile. Altro è, ed è questo il peccato casomai, non avere la curiosità, la voglia e il piacere di affrontare queste realtà che, anche se ci impegnano, alla fine ci arricchiscono.

In che modo, nel suo ambito professionale, può trarre beneficio dalla cultura e dalle arti?
Considerando che sono presidente della Fondazione Fioroni, con la cultura ci vado a nozze. Dovendomi occupare del Museo Fioroni, del Museo archeologico ambientale e del prossimo Museo archeologico romano, non posso di certo affermare che opero in mondi lontani da quella che io chiamo la “bellezza”. Dato che per me arte, cultura e spettacolo vogliono dire in sostanza “bellezza”.

Come vede il futuro della sua attività rispetto al legame con il territorio e con le iniziative culturali locali?
Legnago ha delle eccellenze uniche: una rete museale in espansione, un teatro tra i più belli e importanti del Veneto e un festival del circo di valenza internazionale. Quella che manca è una visione attuale e complessiva che possa sfociare in un progetto globale di crescita culturale per tutto il territorio. Qualsiasi attività, anche le più meritevoli, se rimangono un fatto isolato difficilmente proseguono o creano sviluppo. Da questo punto di vista siamo indietro di decenni rispetto ad altre realtà della provincia, guardiamo per esempio alla Lessinia: qui oggi si celebra un festival del cinema di caratura nazionale. Noi invece andiamo avanti per trascinamento di modalità passate e consideriamo la cultura un costo fine a se stesso e non un motore di sviluppo. Chiamiamo turismo una scampagnata tra Legnago e Cerea e viceversa, non capendo che turismo è portare gente da fuori provincia per restare qualche giorno e quindi, in poche parole, incrementare la nostra economia. Dunque, per rispondere alla sua domanda: bisogna attivare tutte le leve che fanno aumentare il turismo, altrimenti resteremo sempre la “Cenerentola della provincia”. Sono conscio che è un problema gigantesco, difficile per tante ragioni, di campanile soprattutto, ma se continuiamo così non diventeremo mai attrattivi.

Come è nato e come si è evoluto il rapporto con “International Salieri Circus Award”?
Mi piace vedere cose nuove: cinema, teatro, mostre e perché no, anche circo. Per me il circo era quello dei bambini. Vado a vedere la prima edizione di “International Salieri Circus Award” e resto affascinato, è un nuovo modo di fare circo. Oggi, affermo con tranquillità che il “Salieri Circus Award” è una manifestazione di alto livello, fatto con grande classe, senza lasciare nulla al caso e fatto da veri professionisti. L’unico evento di cui Legnago può andare orgogliosa nel mondo. Nella nostra “Pianura dei Dogi” abbiamo bisogno di altri eventi così. Se non cominciamo a strutturare festival, iniziative e mostre, il tutto ad alto livello come il “Salieri Circus Award”, il 2% circa di tutto il turismo della provincia, che secondo la Camera di Commercio la Bassa oggi attira, scenderà fino a scomparire. Occorre capire che non è un problema di soldi ma di idee: se le idee ci sono, e sono buone, i denari si trovano e daranno ritorno.

Quali sfide pensa saranno inevitabili da affrontare nel futuro per la sua attività?
Io ho ormai un grande futuro dietro alle spalle e quindi devo darmi sfide che si misurino in anni e non in decenni. Sicuramente la realizzazione di uno splendido Museo archeologico romano viene per prima. Per ottenere fondi ho “perseguitato” mezzo mondo e ora, con l’aiuto dell’amministrazione, i lavori sono iniziati. Con questo museo l’area Fioroni diventerà la “Città della Cultura”, un gioiello nel centro di Legnago, un’oasi di cultura e bellezza. Poi ho sempre nella testa la follia per eccellenza: il recupero dell’ex pretura per farla diventare il “Palazzo delle Arti”. Un luogo di aggregazione tra professionisti delle varie arti (pittura, scultura, musica, danza, eccetera) con bambini e ragazzi delle scuole del territorio. È un progetto da bacchetta magica, lo so, però mai dire mai. Battiato in una sua canzone diceva “i sogni non invecchiano quasi mai con l’età” e quindi non poniamo limite ai sogni.

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