Salute

Bigon e Zanoni (Pd) sono preoccupati per il crescente numero dei focolai di aviaria

«Siamo preoccupati per il crescente numero di focolai di aviaria e le disposizioni dell’Ulss 9 sull’interramento di centinaia di migliaia di tacchini abbattuti, derogando al regolamento in seguito all’emergenza. Occorre monitorare che ciò avvenga esclusivamente nei siti idonei, come prescritto dall’Azienda sanitaria, perché siamo in una zona ricca di risorgive. Per risolvere un’emergenza non possiamo crearne un’altra. Sarebbe stato meglio procedere con l’incenerimento». È quanto affermano i due consiglieri regionali del Partito democratico Anna Maria Bigon e Andrea Zanoni, a proposito dell’espandersi del contagio da virus H5N1 che ha portato alla richiesta di soppressione di quasi tre milioni di animali. L’emergenza legata all’influenza aviaria ha colpito soprattutto la il Basso veronese, dove si concentra un terzo della produzione avicola nazionale.

«Secondo l’ultimo report dell’Istituto Zooprofilattico delle Tre Venezie, aggiornato a domenica 21, sono oltre 60 i focolai in Veneto tutti in provincia di Verona, tranne due casi nel Padovano, con una quantità enorme di animali da abbattere. Sotterrare una tale massa di carcasse potrebbe creare problemi di percolamento, con rilascio di contaminanti nelle falde acquifere; è una deroga rischiosa», ammoniscono i due esponenti dem.

«Perciò», incalzano, «chiediamo all’assessore all’Ambiente di attivare l’Arpav, così da mettere in campo azioni di monitoraggio e controllo del suolo e soprattutto delle falde acquifere. La via maestra è quella di conferire le carcasse ad impianti autorizzati per lo smaltimento tramite incenerimento che tra l’altro garantiscono sicurezza totale sull’eliminazione dei virus». Bigon e Zanoni ricordano polemicamente che, in tema di aviaria, sono ancora senza risposta le interrogazioni sull’incremento delle misure preventive e sul divieto dell’uso di richiami vivi, come previsto dal ministero della Salute.

«È comunque evidente che Stato e Regione dovranno studiare quali azioni mettere in campo per prevenire questi massacri di animali di allevamento causati da un sistema produttivo incapace di affrontare le sempre più frequenti epidemie di aviaria», concludono.

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