Il senatore Zuliani è tra i firmatari di un’interrogazione che chiede misure a sostegno della filiera di carni di selvaggina
Creare filiere di carni di selvaggina resilienti, armonizzando la normativa nazionale. È questo lo scopo di un’interrogazione indirizzata al ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, presentata da un gruppo di senatori leghisti tra i quali figura anche l’attuale sindaco di Concamarise, Cristiano Zuliani.
«Serve adottare», si afferma nel documento, «opportune iniziative per sostenere la costituzione e l’operatività della filiera delle carni di selvaggina italiana, alla luce delle richieste dei consumatori e dell’elevatissimo grado di importazione delle carni destinate alla ristorazione. La valorizzazione della carne di selvaggina opportunamente regolamentata potrebbe rispondere all’esigenza dei cittadini di consumare carni provenienti dal territorio e di alta qualità, nonché creare nuove possibilità di crescita economica, soprattutto all’interno di aree svantaggiate».
«La presenza di ungulati in Italia ha ormai raggiunto numeri preoccupanti. Negli ultimi dieci anni, il numero dei cinghiali selvatici è più che raddoppiato, si è passati dai 600mila del 2005 ai 900mila del 2010; ad oggi la presenza è di oltre 2 milioni di esemplari. Il proliferare incontrollato dei cinghiali selvatici genera ogni anno ingenti danni, non solo in termini di raccolti distrutti, ma anche di bestiame ucciso, cedimenti infrastrutturali e perdita della biodiversità», osservano allarmati gli esponenti del Carroccio.
«La creazione di una filiera delle carni italiane da specie selvatiche», sostengono, «potrebbe rappresentare una risposta efficace alle strategie che mirano a ridisegnare l’agricoltura in chiave sostenibile e resiliente, contrastando anche le tante forme di illegalità riscontrate nella commercializzazione di tali prodotti. La carne di cinghiale rappresenta, infatti, una risorsa alimentare dalle importanti proprietà organolettiche e nutritive, contenendo pochissimi grassi, ferro, Omega 3, proteine magre, senza traccia di antibiotici od ormoni».
«Diverse Regioni hanno da tempo adottato interventi per favorire la commercializzazione della carne di selvatici, ma di fatto in Italia non si è ancora sviluppata una filiera controllata della selvaggina selvatica. È necessario avviare un processo di regolamentazione per favorire l’avvio di filiere di qualità su tutto il territorio nazionale».