L’Aulss 9 Scaligera illustra il progetto “Meet generation”, che mira a contrastare la dipsersione scolastica

Nei giorni scorsi l’Aulss 9 Scaligera ha presentato il progetto “Meet generation”. Esso nasce dall’adesione alla Call for proposal “Azioni di comunità” della Fondazione Cariverona, dove – in collaborazione con i Comuni afferenti al territorio provinciale – si sono messi in gioco soggetti pubblici e privati del territorio, Ulss 9 Scaligera, Medici per la pace Odv, Istituto “Don Calabria”, cooperativa sociale “Areté”, associazione “Sesta opera”, cooperativa “L’albero”, con una proposta progettuale preventiva del disagio giovanile e della dispersione scolastica.
Scritto durante la seconda “ondata” della pandemia di Covid-19 sulla spinta di “dover fare qualcosa” per supportare il crescente disagio e il rischio di smarrimento degli adolescenti, con questo progetto gli operatori dell’Azienda Ulss 9 Scaligera hanno promosso un incontro tra i territori e gli Enti per riportare al centro del lavoro il tema dell’adolescenza.
In un’età di cambiamento qual è l’adolescenza, il tema delle relazioni personali è fondamentale e tra le “privazioni” di cui i ragazzi hanno sofferto di più c’è anche quella di non aver potuto vivere esperienze sentimentali importanti per la loro età. Stanchezza, incertezza e preoccupazione sono i principali stati d’animo che ragazze e ragazzi hanno dichiarato di vivere in questo periodo. Guardando al futuro, solo il 26% pensa che “tornerà tutto come prima” e la stessa percentuale ritiene che “continueremo ad avere paura”, mentre il 43% ritiene che anche dopo il vaccino, “staremo insieme in modo diverso, più online”.
Quando si parla di adolescenti, inoltre, è impossibile non affrontare la questione della dispersione scolastica, che è un fenomeno complesso e multidimensionale. La ricaduta a lungo termine è la deprivazione di competenze, non solo cognitive ma anche emotive, di relazione, di crescita personale, di scoperta del sé e del mondo. In questa fase di vita gli studenti si trovano a vivere un momento di vita estremamente delicato: il passaggio tra l’adolescenza e l’età adulta e ciò li rende più vulnerabili rispetto ai fattori di rischio.
Il progetto “Meet generation” parte dall’incontro tra tutti gli attori – studenti, famiglia, scuola, servizi e comunità – per affrontare, in ottica preventiva, il fenomeno della dispersione scolastica e rafforzare una strategia basata sulla multidisciplinarietà nell’approccio al disagio degli adolescenti, strutturando dei Patti di corresponsabilità educativa. Il progetto si sviluppa su tutto il territorio provinciale e prevede la sperimentazione in dieci istituti scolastici superiori (per ciò che concerne il territorio della Pianura veronese figurano L’Iis “Leonardo da Vinci” di Cerea e l’Ipsia “Giovanni Giorgi” di Bovolone), dove vengono creati dei “Team di prossimità multiprofessionale” come punto di riferimento per gli studenti in un’ottica di co-progettazione di interventi mirati, per permettere anche ai ragazzi in disagio di trovare la “loro scuola” e la loro strada, uscendone valorizzati in talenti e competenze.
Il “Team di prossimità” diventa uno spazio dove scuola, adolescenti e loro famiglie possono essere accolti, ascoltati e dove si costruiscono alleanze per superare la condizione di disagio. Il “Team di prossimità” è il vero “cuore” del progetto; anche i Servizi socio-sanitari dell’Ulss 9 Scaligera e i Servizi sociali dei Comuni entrano nella scuola e, insieme agli insegnanti e agli operatori degli Enti del Terzo settore del territorio, analizzano il bisogno e individuano il percorso possibile per ciascun ragazzo, con il coinvolgimento diretto dei giovani e delle loro famiglie. Vengono previste attività che promuovono il protagonismo attivo dei giovani e che ruotano intorno al rimettere in movimento il “non detto” relativamente all’isolamento, all’incertezza, al sentirsi abbandonati e non ascoltati, favorendo spazi verbali di racconto di sé e spazi esperienziali con i propri coetanei, in un percorso guidato nel quartiere di residenza e nel proprio comune.
Contemporaneamente vengono previste attività con le famiglie, finalizzate all’aumento della consapevolezza della funzione genitoriale, con particolare riguardo al periodo dell’adolescenza e della capacità di utilizzo delle opportunità presenti nel territorio, al miglioramento della comunicazione fra la scuola e la famiglia nella funzione educativa dei figli.
La multifattorialità del fenomeno del disagio adolescenziale e del rischio di abbandono scolastico implica la necessità di “fare rete” fra scuola, Servizi sociali e Socio-sanitari, Enti del Terzo settore, famiglie stesse, valorizzando le reciproche competenze e relazioni. I segnali di difficoltà, che un insegnante coglie in un adolescente, possono essere discussi con operatori sociali, potendo contare su una base comune di informazioni che faciliti un progetto educativo e di supporto condiviso, evitando la delega delle responsabilità.