Grazie ad Adoa e all’Ulss 9 nasce “Il villaggio delle possibilità”

Il multiforme mondo votato alla missione “del prendersi cura” promosso da Adoa, in stretta sinergia con l’Ulss 9 e con i sindaci dei territori rappresentati dai tre presidenti delle conferenze distrettuali (con il coinvolgimento diretto di Enti del Terzo Settore non profit), dopo anni di riflessione, studio, ricerca ed esperienza nello sviluppo di co-progettualità ad impatto sociale, ha deciso di proporre una sfida di intervento congiunto per il bene di ragazzi, giovani e famiglie, il cui nome è “Il Villaggio delle Possibilità”.
L’obiettivo è quello di costruire insieme comunità più inclusive là dove i ragazzi e le famiglie vivono: scuole, territorio, associazioni sportive, parrocchie. Un nuovo piano di co-progettazione che mira al supporto continuativo delle persone, delle famiglie e delle comunità territoriali, in particolare sviluppando processi di protagonismo giovanile ripartendo dalle periferie, dai luoghi della prossimità, della socialità di paese, dello sport e del “prendersi cura”, il tutto sviluppato e messo in atto grazie alla costruzione ed al coordinamento di progetti di rete tra le istituzioni ed il terzo settore non profit.
«Il periodo post-Covid ci ha spinto a gettare il cuore oltre l’ostacolo e a proporre un piano di intervento congiunto in tre fasi», afferma il segretario generale di Adoa, Tomas Chiaramonte. «La prima», spiega, «è rappresentata dalla costituzione di un fondo che garantisce un ascolto preliminare gratuito alle persone bisognose e l’accesso alle cure a chi rischia di non accedervi per problemi economici, di solitudine, di isolamento sociale o di dover attendere troppo tempo prima di poter essere aiutato dai servizi tradizionali, in particolare se residente nei territori periferici. Ciò è stato possibile grazie al coinvolgimento volontario di tredici enti Adoa, peraltro di piccole e medie dimensioni, che si sono autotassati perché ciò fosse possibile e alla raccolta fondi promossa da Adoa. La seconda prevede il coordinamento di un’equipe multiprofessionale diffusa, composta da un gruppo di specialiste e specialisti già in collaborazione con enti Adoa, con esperienza e doti spiccate nella progettazione e nell’attuazione di azioni preventive di supporto diretto a ragazzi, giovani, adulti e caregivers, ma anche a scuole, associazioni sportive, addetti ai lavori e parrocchie, al fine di costruire percorsi di co-progettazione e co-gestione territoriali di contrasto alla povertà educativa, di supporto formativo, di attività preventiva e clinica di primo livello, ma anche di protagonismo giovanile a servizio delle comunità di riferimento. La terza fase, infine, consiste nella co-progettazione e nella co-programmazione di azioni concrete tra enti del terzo settore non profit, i sindaci, l’Ulss 9, imprenditori e istituti di credito sensibili ed attenti sia al territorio sia a valorizzare progetti virtuosi, che hanno un impatto sociale rilevante e misurabile».
«Con le riforme della sanità regionale e l’ultima riforma nazionale della non autosufficienza», osserva il direttore generale dell’Aulss 9 Scaligera, Pietro Girardi, «si efficientano le offerte ed i servizi per acuti e si istituiscono gli Ambiti Territoriali Sociali riportando i Comuni, in rete tra loro, ad essere nuovamente protagonisti della programmazione dei servizi territoriali. Un laboratorio permanente in cui sperimentare ed imparare insieme a co-progettare e co-programmare i servizi del futuro come quello che si trova ne “Il Villaggio delle Possibilità” è un’occasione unica per sviluppare azioni di prossimità che mirano ad ampliare l’accesso alle cure grazie all’integrazione tra servizi sanitari e sociali, ripartendo da un forte coinvolgimento delle comunità e dei territori. In quest’epoca di risorse contate, questo pare un investimento davvero intelligente e che può provocare notevoli impatti positivi».
«L’Ulss 9 e i sindaci dei quattro distretti», sottolinea il presidente del Comitato dei Sindaci del Distretto 4, Gianfranco Dalla Valentina, «hanno raccolto la sfida lanciata da Adoa e, attraverso il lavoro dei tavoli inclusione dei piani di zona di tutti e quattro i distretti, gli unici tavoli trasversali a tutte le età e a tutti i servizi, partecipano alla co-progettazione e nella co-programmazione di azioni condivise che consentirà di rispondere ad alcuni bisogni diffusi, grazie a questo progetto diffuso su tutta la provincia di Verona e dislocato in alcuni punti strategici».
Tra le iniziative del “Villaggio delle Possibilità”, due in particolare colpiscono per la modalità con la quale sono nati ed il successo che hanno avuto in questi anni: “#S-fidiamoci_conADOA”, che si rivolge alle scuole di ogni ordine e grado, e “#ConFrancesco”, un progetto di inclusione attraverso lo sport.
«Emily Dickinson scriveva: ”Io abito la possibilità”», dichiara il vescovo di Verona, Domenico Pompili, «Mi sembra possa essere la chiave per rileggere quanto abbiamo ascoltato fin qui oggi, perché questo progetto dimostra una cosa: non possiamo stare fermi, inermi, di fronte alle difficoltà, alle complessità, alla carenza di risorse, ma dobbiamo aprire con creatività e caparbietà nuove strade, dobbiamo cercare di andare oltre».