Salute

All’ospedale “San Biagio” di Bovolone è attivo il servizio di teleriabilitazione

Grazie all’utilizzo di software avanzati e di tablet da utilizzare a casa del paziente (assieme a sensori articolari e una gestione in cloud), anche al reparto di Riabilitazione dell’ospedale “San Biagio” di Bovolone è attiva la teleriabilitazione.

L’Unità operativa complessa (Uoc) di Riabilitazione, diretta da Paola Pietropoli, si avvale di questo strumento innovativo, che consente di ottenere a domicilio, in alcune tipologie di pazienti, un ottimale “outcome riabilitativo”, ovvero la valutazione e la descrizione delle condizioni di salute attraverso la percezione del paziente stesso.

Con la teleriabilitazione, infatti, i professionisti coinvolti riescono ad essere sempre più proattivi e capillari nella presa in carico dei pazienti che, per varie motivazioni, non possono accedere direttamente all’ospedale ma necessitano comunque di effettuare sedute riabilitative.

Questa nuova metodica, all’interno dell’Azienda Ulss 9 Scaligera, è portata avanti dal Dipartimento di Riabilitazione diretto da Gaspare Crimi, che di recente ha tenuto un convegno a Verona in cui sono stati delineati i risultati della teleriabilitazione di tutto il Dipartimento dell’Azienda guidata dal dg Pietro Girardi.

Il kit di teleriabilitazione consiste in sensori indossabili e in un’app installata sul tablet, che guida il paziente nell’esecuzione degli esercizi terapeutici configurati dal professionista. Grazie a un gestionale web in cloud, il professionista della riabilitazione crea il programma di esercizi in maniera sartoriale sul paziente, monitora da remoto i progressi del percorso e rimane sempre in contatto con il paziente grazie alle funzionalità integrate di chat e videochiamata.

«Attualmente, nell’Uoc di Riabilitazione dell’ospedale “San Biagio”, sono già stati presi in carico 20 pazienti per un totale di 200 sedute, con risultati assolutamente incoraggianti dal punto di vista del recupero funzionale. I pazienti trattati ad ora sono circa il 9 per cento dei dimessi dal reparto di Riabilitazione negli ultimi sei mesi e sono affetti da esiti di intervento maggiore di natura ortopedica (sostituzione di protesi di anca o ginocchio e fratture del femore)», afferma Paola Pietropoli.

«Prima dello svolgimento delle sedute a domicilio, ai pazienti è stato insegnato come utilizzare le tecnologie e come sarebbero proceduti i trattamenti. A istruirli è stato un gruppo di fisioterapisti formati ed esperti in robotica», spiega Valentina Rubino, che ricopre il ruolo di coordinatrice dei fisioterapisti.

Prima e dopo il trattamento i pazienti vengono sottoposti a valutazioni specialistiche fisiatriche in presenza, al fine di monitorare l’andamento del recupero, nell’ottica della presa in carico continuativa. L’obiettivo è estendere la metodica ad un numero sempre più elevato di persone, coinvolgendo nel trattamento di teleriabilitazione anche pazienti affetti da esiti di patologie neurologiche, specie per quelle per cui sono già attivi percorsi riabilitativi dedicati presso l’Uoc di Bovolone, come ad esempio la malattia di Parkinson e la sclerosi multipla.

Tale modalità di trattamento, estremamente attuale ed innovativa, si inserisce nel panorama della telemedicina, già ampiamente validata dalla letteratura recente, ed è in linea con quanto enunciato nella missione 6 del Pnrr.

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