Salute

L’Ulss 9 si confronta per capire come superare i pregiudizi verso anziani, fragili e persone con disabilità

La Sala Polivalente dell’ospedale di Marzana ha ospitato la Conferenza dei Servizi 2024 dell’Azienda Ulss 9 Scaligera, intitolata “Stigma – Una sfida da vincere” e focalizzata, in particolare, sui pregiudizi rispetto agli anziani, ai fragili e alle persone con disabilità, in un’ottica di inclusione.

L’intervento di apertura è stato affidato al direttore generale dell’Ulss 9 Scaligera, Patrizia Benini. «La Conferenza dei Servizi 2024, al di là della sua obbligatorietà per legge, è stata un necessario momento di confronto tra l’azienda e chi rappresenta le associazioni del Terzo Settore e le persone, soprattutto in un ambito delicato come quello socio sanitario in rapporto alle persone fragili. Il titolo fa riferimento al pregiudizio verso un gruppo di persone che riteniamo non abbiano determinate potenzialità e che siano problematiche per il resto della società», afferma. «Dobbiamo ribaltare la visione che porta allo stigma. Queste persone hanno capacità differenti, possibilità diverse e altri talenti da valorizzare», sottolinea, «Giusto includere in questo pregiudizio le persone anziane; ci si comporta spesso verso di loro come se fossero totalmente limitate, ed è sbagliato. Il nostro dovere, come azienda socio , è supportare e assistere queste persone e le loro famiglie, garantendo il massimo dei servizi, in qualsiasi luogo della provincia si trovino, in maniera omogenea. E in questo sono importantissimi il supporto e lo stimolo costruttivo che arrivano dalle associazioni».

«Stigma», spiega il direttore dei Servizi Socio Sanitari, Alfonso Nava, «significa etichettare con stereotipi gruppi di persone, come i più fragili, le persone con disabilità e gli anziani che vengono spesso associati a connotazioni negative, il cosiddetto “ageismo”, che l’Oms definisce “etichetta della vulnerabilità” e accresce sentimenti di inutilità e frustrazione, deleteri per la salute delle persone anziane e fragili. Lo stigma è il filo rosso che unisce i settori dell’azienda che lavorano sulla fragilità ed è il punto di partenza per affrontare trasversalmente questo problema; motivo per cui se n’è discusso con i direttori del Dipartimento di Salute mentale e delle Unità Operative di Psichiatria, Iaf e Consultori, Dipendenze e Geriatria. Credo sia un valore aggiunto di questa azienda aver costruito percorsi trasversali anche nell’assistenza delle varie fragilità, con un miglioramento nella qualità delle cure che ha portato ad allungare l’aspettativa di vita di persone con disabilità, con fragilità, con problemi di salute mentale e di dipendenza da sostanze. La sfida dell’assistenza a queste persone la si vince coinvolgendo in maniera attiva le amministrazioni, le associazioni del territorio e, ovviamente, le famiglie».

«Fino a qualche tempo fa, in Veneto, veniva stigmatizzato chi non beveva alcol e, per quanto riguarda l’emancipazione femminile, fumare è diventato un segno di diritti acquisiti da parte delle donne», osserva il direttore della Uoc Dipendenze Bussolengo-Legnago, Camillo Smacchia, «Quando parliamo di prevenzione delle dipendenze, tutti siamo coinvolti nell’adottare comportamenti che sono da modello per i più giovani. Negli anni ‘70 e ‘80 i tossicodipendenti si mettevano ai margini della società, erano stigmatizzati e visibilissimi. Ora osserviamo che sono le persone appartenenti alla società civile che ci chiedono aiuto, e non sono solo i giovani: i miei pazienti vanno dall’età pediatrica all’età geriatrica. Per questo serve fare rete, con un approccio trasversale».

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