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Legnago Salus, la china si fa sempre più difficile da risalire

E’ un Legnago Salus che precipita all’ultimo posto in classifica, quello che sabato è uscito dal “Mario Sandrini” dopo la terza sconfitta consecutiva della gestione di mister Serena, la seconda tra le “mura amiche”, dopo quella in rimonta contro il Lecco.

A stendere i biancazzurri, stavolta, è stato il Piacenza, premiato da un rigore inesistente quando mancava poco più di un quarto d’ora alla fine del match. Una sfida che nel primo tempo il Legnago ha dominato, non riuscendo però a trovare la via del gol, andandoci vicino soprattutto con Contini, che ha centrato una traversa clamorosa dopo una bella girata in area di rigore.

Nel secondo tempo, però, i padroni di casa non hanno mai tirato in porta, arretrando sempre di più il proprio raggio d’azione, permettendo agli ospiti di prendere coraggio, fino all’episodio decisivo del penalty, trasformato da Dubickas.

Ma, se è vero che il tiro dal dischetto è stato il frutto di un abbaglio clamoroso del guardalinee (è stato lui a segnalare all’arbitro il presunto fallo di Rossi su un avversario), va altrettanto riconosciuto che nei minuti precedenti c’erano voluti un paio di “miracolissimi” del portiere Manuel Enzo per tenere a galla il Legnago.

A fine gara, la dirigenza biancazzurra era piuttosto inferocita con la terna arbitrale, anche perché finora di rigori a favore non se ne sono visti, nemmeno quando sono sembrati evidentissimi.

Detto che sicuramente la recriminazione societaria un suo fondamento lo ha, sarebbe però poco costruttivo puntare il dito solo sulle “giacchette nere”, perché la prestazione della squadra è stata, nel complesso, deludente. Contro un avversario tutt’altro che arrembante e spettacolare, oltretutto.

Come ha scritto qualche tifoso sui social (dove sta montando un certo fastidio), si dovrebbero vedere i giocatori “mangiare l’erba”, invece un Legnago veramente all’altezza lo si è visto solo – paradossalmente – in casa della prima in classifica, quando però il Südtirol era già in vantaggio per 2-0 dopo appena nove minuti.

I ragazzi del Bussè, insomma, paiono tutt’altro che riscaldati dal “sacro fuoco” che servirebbe in questi casi, e il pericolo che vada a instillarsi nelle loro teste una qualche forma di rassegnazione pare sempre più plausibile.

Urge una scossa, anche per non vanificare gli sforzi della proprietà, che ha investito non poco, anche per far crescere la società da un punto di vista strutturale, e che ha in cantieri ulteriori progetti importanti, primo tra tutti quello della riqualificazione dello stadio “Mario Sandrini”.

Tutto passa, inesorabilmente, dal mantenimento delle categoria, che non è ancora perduta. Ma serve un cambio di passo già da domenica, quando il Legnago Salus sarà impegnato per la terza volta consecutiva in riva al Bussè, ospitando quella Giana Erminio con cui, un girone fa, conquistò il suo primo successo stagionale. Una sfida decisiva, anche perché si tratta di uno scontro diretto.

Un match alla portata dei biancazzurri, a patto di scendere in campo con quella “garra” che, obiettivamente, non si vede da un po’.

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