Legnago, ripartono gli scavi all’interno del Fondo Paviani
Legnago è destinata ad essere ancora una fonte preziosa di reperti archeologici. È notizia delle scorse ore, infatti, che le ricerche all’interno del sito denominato “Fondo Paviani” (ubicato nella frazione di Torretta) riprenderanno a breve.
La campagna 2021 prevederà attività di survey e, soprattutto, indagini geofisiche, focalizzate al riconoscimento delle strutture sepolte all’interno della terramara dell’età del bronzo. Le prospezioni geofisiche saranno condotte da Cornelius Meyer, geofisico in possesso di un’esperienza in campo archeologico estremamente ampia e di una metodologia di lavoro che si adatta perfettamente a quello che è l’obiettivo della campagna di indagini.
«La Pianura Padana, e in particolar modo il Basso veronese, durante la tarda età del bronzo – ovvero in un periodo che si colloca indicativamente tra la fine del XIV e l’XI secolo avanti Cristo – rivestiva un ruolo fondamentale a livello internazionale», aveva spiegato, nel settembre del 2018, il docente universitario Michele Cupitò, che ricopre il ruolo di direttore scientifico del progetto.
Già dalla fine degli anni ‘70 l’area aveva restituito delle ceramiche di tipo miceneo, che testimoniano in modo inequivocabile il contatto diretto tra le civiltà di Terramare e quelle che vivevano nell’area dell’Egeo. Nel 2007, grazie ad un progetto che ha visto il coinvolgimento del Comune di Legnago e dell’Università di Padova, si è deciso di scavare all’interno di “Fondo Paviani”.
La decisione è stata assai fruttuosa, dato che le varie campagne condotte nel corso degli anni hanno permesso di incrementare in modo significativo la quantità di frammenti di tipo miceneo e non solo; accanto ad essi, infatti, sono state rinvenute ceramiche il cui stile ricalca quello del Vicino Oriente (per la precisione, quello della produzione tipica della costa siro-palestinese e di Cipro).
