Verona, gli attivisti del movimento “Yanez!” inaugurano le opere incompiute

Alle elezioni comunali che stabiliranno chi sarà il nuovo primo cittadino di Verona mancano ancora parecchi mesi (sebbene al momento non ci sia ancora una data ufficiale tutto lascia supporre, a meno di un aggravamento dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Covid-19, che si terranno in tarda primavera), ma la campagna elettorale – nei fatti – è già iniziata.
Una delle novità di maggior rilievo per ciò che concerne lo scacchiere politico è il prepotente ingresso sulla scena di Yanez, un movimento composto da ragazzi tra i 20 e i 30 anni che si pone l’obiettivo di dare voce ad una generazione dimenticata dalle istituzioni e dai media. «Siamo quei giovani che amano e vivono la propria città. Siamo quelle che studiano, quelli che lavorano o quelle che vorrebbero lavorare. Ma siamo anche quelli sfruttati, siamo quelle non riconosciute, siamo quelli discriminati. Siamo quelli che nonostante i titoli di studio si sono visti sgretolare davanti ogni strada», recita il loro manifesto, che può essere letto sul sito web www.yanezverona.it.
Sabato 27 novembre, un gruppo di attivisti che sostengono questo progetto di matrice culturale e politica si è dato appuntamento alle 15 in piazza 25 Aprile, per mettere in scena la finta inaugurazione del filobus. L’iniziativa è nata con lo scopo di lanciare una provocazione nei confronti della classe politica, in modo particolare verso le forze che amministrano il capoluogo scaligero.
«Mentre Lega e Fratelli d’Italia ci mostrano l’ennesimo triste balletto sulle candidature in vista delle prossime elezioni amministrative, la città è ferma al palo», hanno dichiarato i membri di Yanez alla vigilia della loro manifestazione di protesta. «I partiti che guidano la città da ormai 15 anni sono attenti solo a spartirsi le “careghe”, lasciando Verona e i suoi quartieri nel degrado e nell’abbandono. Il simbolo più evidente di tutto ciò è il filobus», attaccano, «Questo progetto, avviato ben 15 anni fa, è ormai parte di quelle storie tramandate di generazione in generazione, diventando la dimostrazione più evidente del loro fallimento. Tra inaugurazioni annunciate e poi rimandate, cantieri avviati e mai conclusi, roboanti conferenze stampa del tutto inutili, sembra davvero di giocare al “telefono senza fili”, cambiano le parole ma mai la sostanza. Nel frattempo sono stati buttati 11 milioni, sono stati tagliati centinai di alberi , il traffico è aumentato anziché diminuito, creando disagi continui a negozianti e cittadini».
«La pandemia ci ha dimostrato come sarebbe fondamentale avere un sistema di trasporto moderno e al passo con i tempi. Verona non può più aspettare, serve ripensare la mobilità cittadina, affrontando il tema della transizione ecologica e portando la città nel ventunesimo secolo», ammoniscono gli esponenti di “Yanez!” che, sui propri canali social, si dichiarano pronti al confronto con quanti vorranno ascoltare le loro istanze.