Sociale

I giornalisti Eleonora Daniele e Alessando Politi ricevono un riconoscimento per i loro servizi sul disagio giovanile a Verona e in provincia

Venerdì 25 marzo, nella Loggia di Fra’ Giocondo al Palazzo Scaligero, ad Eleonora Daniele ed Alessandro Politi, rispettivamente conduttrice e inviato del programma di Rai 1 “Storie Italiane”, è stato consegnato un riconoscimento per aver dato spazio al tema del disagio giovanile in diversi servizi da Verona e provincia.

Erano presenti vicepresidente della Provincia, David Di Michele, il consigliere provinciale con delega ai Servizi sociali, Diego Ruzza, il viceprefetto Gabriella Mucci, l’assessore del Comune di Verona Francesca Toffali e il direttivo dell’associazione “Gli invisibili”. Alessandro Politi ha ritirato in Loggia entrambi i riconoscimenti, promossi dall’associazione “Gli invisibili” con il sostegno della Provincia di Verona.

I servizi di Politi e Daniele – hanno ricordato i fondatori dell’associazione, nata per tutelare e assistere chi vive ai margini della società – sono espressione «del miglior servizio pubblico: professionale, preparato, competente e sensibile nel trattare situazioni delicate di disagio sociale».

«Verona è una città attenta sul tema del disagio giovanile, problema diffuso in tutto il territorio nazionale», sottolinea Politi, «Spero si operi sempre con più energia per recuperare i nostri giovani in difficoltà, siamo ancora in tempo per farlo. Durante i servizi da Verona ho avuto modo di confrontarmi con diversi colleghi del territorio che svolgono un ottimo lavoro: desidero condividere con tutti loro questo riconoscimento».

«Il Covid ha inciso sul quotidiano dei nostri ragazzi», osserva il vicepresidente Di Michele. «All’incertezza naturale che caratterizza un periodo di crescita e sviluppo», afferma, «si è sommata quella dovuta alla pandemia, affrontata spesso in isolamento rispetto ai contesti sociali adatti, come la scuola e lo sport. Per molti, ritrovare la rotta non è facile. Una corretta informazione però aiuta a comprendere meglio quello che sta accadendo, a rendere più consapevoli i cittadini, a promuovere con più forza le attività a sostegno dei giovani, come quelle portate avanti dall’associazione “Gli invisibili” e da tante altre nel nostro territorio».

«Le cosiddette “devianze” non hanno ovviamente una sola causa», spiega Giuliana Guadagnini, vicepresidente dell’associazione “Gli Invisibili” e psicologa, «Si tratta di un fenomeno multifattoriale, che può avere molte radici. Stiamo lavorando per costruire e attuare percorsi nelle scuole con esperti del nostro territorio, perché la prevenzione deve partire dalla cultura educativa. Questo premio e questa cerimonia sono un’occasione per sensibilizzare ancora una volta sul problema della microcriminalità, delle baby gang, della normalizzazione della violenza nella società e del disagio sociale, in particolare in età adolescenziale».

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