Superbonus 110%, le nuove norme preoccupano le imprese veronesi

«La norma del decreto “Taglia prezzi”, approvato dal Senato giovedì 12 maggio, che introduce l’obbligo per le imprese di possedere un’attestazione Soa per operare nel mercato dei bonus edilizi, ha riportato nell’incertezza cittadini e imprese che ora si trovano in una giungla normativa nella quale hanno difficoltà a districarsi». Ad affermarlo è Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto.
«Com’era prevedibile, il solo annuncio dell’approvazione della norma ha nuovamente bloccato il mercato, dopo le ultime disposizioni che cercano di riattivare le cessioni dei crediti e hanno facilitato l’accesso al beneficio sino al 31 dicembre 2022 per le unità abitative unifamiliari», denuncia.
«L’atteggiamento ondivago del Governo su questa materia», aggiunge, «ha già prodotto un effetto frenata. La variazione mensile delle asseverazioni in Veneto è in calo per il terzo mese consecutivo e si è attestata, ad aprile, al +11.1% lontanissimo dalle percentuali di crescita dello scorso anno. Ora è iniziata la corsa alla ricerca di imprese in possesso di una qualunque delle attestazioni Soa che, peraltro, non rappresenta garanzia assoluta di qualificazione di un’impresa».
«Forse», gli fa eco il presidente di Confartigianato Imprese Verona, Roberto Iraci Sareri, «l’intenzione non dichiarata di chi ha promosso la norma è quella di introdurre una barriera di accesso alle opere di valore più elevato, in favore di un piccolo numero di imprese certificate Soa, a scapito delle oltre 54mila imprese artigiane venete e delle 9.667 della provincia di Verona operanti nel comparto delle costruzioni ed installazione di impianti, che costituiscono la vera ossatura del settore e rappresentano la prima risposta alle istanze dei cittadini. Pensate che nella nostra provincia le imprese delle categorie interessate in possesso di un’attestazione Soa sono solo 151, mentre in tutta la regione se ne contano 812. Il risultato ottenuto è l’ennesimo stop ad una misura che evidentemente è stata messa sul percorso del declino. Peccato».
«Confartigianato ribadisce che questa non è la strada giusta né per contrastare il fenomeno delle frodi né per raggiungere gli obiettivi di riqualificazione del patrimonio edilizio in un’ottica green. Servirebbe, piuttosto, una legge da tempo attesa dal settore che riconosca il profilo professionale ed i requisiti delle imprese edili senza irragionevolmente imitare, negli appalti privati, gli istituti tipici del settore pubblico», conclude Iraci Sareri.