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Legnago Salus, anche da sereno devi dare tutto con la Pro Vercelli

E’ un Legnago Salus diverso, quello che domani scenderà in campo sul manto sintetico del “Silvio Piola” di Vercelli, affrontando quella Pro che può vantare ben sette Scudetti conquistati nell’era pionieristica del calcio italiano, e che nel girone d’andata a un certo punto si era posizionata all’altezza delle big del girone A, arrivando fino al quarto posto.

Una crisi di risultati, con le “bianche casacche” che non vincono da due mesi (quando, alla prima di ritorno, hanno vinto 3-0 sul campo del Lumezzane) che li ha precipitati al decimo posto, ultimo utile per la zona play-off. Un percorso, se vogliamo, quasi inverso rispetto a quello dei biancazzurri, che in questa seconda metà torneo hanno fatto finora cose eccezionali, con cinque vittorie e sei pareggi in questo 2024 ancora senza sconfitte, salendo fino alla sesta posizione in classifica.

Che, senza le rimonte subite contro Atalanta U23 e Triestina, ossia le due squadre che precedono i ragazzi del Bussè sul tabellone, sarebbe addirittura il quarto a pari merito con i giovani della Dea e gli alabardati. Ma i 45 punti fin qui conquistati sono comunque un bottino importante.

Anzi, era la “quota psicologica” che la società aveva fissato per considerare centrato l’obiettivo stagionale, ossia una salvezza tranquilla e senza patemi d’animo, possibilmente senza passare dalle forche caudine dei play-out.

Per carità, ad oggi la matematica dice “solo” che il Legnago non può retrocedere direttamente come ultima in classifica, come accaduto due anni fa, però la logica dice anche che, con ancora otto partite da giocare e i tantissimi incroci ancora in programma a tutti i livelli di classifica, dalle parti del “Mario Sandrini” non dovrebbero vivere grandi apprensioni, pensando semmai a tentare il colpaccio di giocarsi davvero la post-season, e vedendo – con la leggerezza del caso – fin dove la compagine di mister Massimo Donati può arrivare.

Una serenità che, però, non deve avere effetti negativi come il rilassamento ma, al contrario, spingere il gruppo a fare l’impresa. E, conoscendo il carattere del tecnico friulano forgiatosi in Scozia, difficilmente saranno ammessi cali di tensione.

Magari, però, l’allenatore stesso si sentirà più libero di osare qualcosa in più a livello di formazione; difficile un cambio di modulo, più fattibile ipotizzare semmai un atteggiamento più spavaldo, ad esempio nella scelta degli uomini che andranno a comporre il terzetto offensivo.

Ma andiamo con ordine, partendo dalla retroguardia, dove Donati ha davvero l’imbarazzo della scelta sugli uomini da schierare a protezione del portiere Fortin. Praticamente impossibile una rinuncia a Martic al centro della difesa a tre, giochi apertissimi per quanto riguarda le altre due maglie, con Pelagatti favorito su Sbampato per lo spazio sul centrodestra, e ballottaggio Noce-Zanandrea per lo spot di “braccetto” di sinistra.

A centrocampo, dove mancheranno Casarotti e Viero, le fasce dovrebbero essere nuovamente proprietà di Boci per quanto concerne la corsia mancina, e di Zanetti sulla corsia opposta, dove pure scalpita Muteba. La coppia mediana, invece, potrebbe essere influenzata dalla scelte per l’attacco, con un’accoppiata tutta fisica formata da Baradji e Diaby, qualora davanti dovesse essere un tridente “puro”, con Giani e capitan Rocco a supporto di Svidercoschi.

Qualora Donati, invece, decidesse di non utilizzarli tutti e tre contemporaneamente, ecco che sicuramente non mancherebbe nell’undici titolare Kenneth Van Ransbeeck, schierato in regia con Franzolini trequartista, come contro la Pergolettese, oppure da “10”, mantenendo dietro il duo muscolare, e davanti un ballottaggio tra il capitano e il “Principe” per affiancare Giani.

C’è, poi, un’ipotesi ancora più “giochista”, vista solo una volta e momentaneamente in questa stagione, ossia con il belga in regia di fianco a uno tra Baradji e Diaby, e davanti il tridente vero e proprio di cui si è detto poc’anzi.

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