Territorio, sostenibilità ed evoluzione sono le tre sfide di Ance Verona

«Dare finalmente vita a un progetto davvero concreto e condiviso da tutti, con l’obiettivo di costruire un futuro di crescita sostenibile e innovativa per Verona e provincia che attragga nuovi abitanti e che rilanci l’economia e le imprese con una visione strategica in ogni ambito di azione». Carlo Trestini, presidente di Ance Verona, ha scelto di dedicare l’assemblea 2024 dei costruttori veronesi all’ambizioso progetto promosso insieme a Confindustria Verona. «Un’idea di sviluppo», spiega come rappresentante del settore edilizio, e quindi con un ruolo cruciale in questo processo, «che non guardi solo alla crescita ma alle infrastrutture, alla sostenibilità ambientale, alla proiezione internazionale, a istruzione e competitività, agli impatti sociali e al welfare».
Il settore delle costruzioni è un punto di forza di questa rifondazione del territorio, centrale per l’economia locale contribuendo in modo rilevante al Pil e alla crescita di valore, oltre a sostenere il lavoro e l’innovazione tecnologica. Dopo gli incrementi del 2022, trainati dagli incentivi per ristrutturazioni ed efficienza energetica degli edifici, il 2023 ha scontato una frenata per l’aumento delle materie prime e il calo degli investimenti. La medesima contrazione è prevista anche per il 2024: -4,3% gli investimenti stimati e -21.3% le manutenzioni. Nonostante le sfide globali, però, Verona tiene: il Pil pro-capite 2023 ha sfiorato i 35 mila euro (+0,8%), dato superiore alla media nazionale (sotto i 30 mila euro) e a quella veneta (a quota 34 mila).
Il tasso di occupazione 2023 a Verona è stato del 71,9%, con 435 mila occupati e un tasso di disoccupazione in calo al 3,1% (Veneto 4,3% e Italia 7,8%). Al valore aggiunto dell’economia veronese 2023 (32,3 miliardi, un +0.8% sul 2022), il settore delle costruzioni ha contribuito con quasi 1,7 miliardi, il 5,2% del totale. A proposito di Investimenti, le proiezioni per il settore delle costruzioni mostrano un crescente peso delle direttive green e della sostenibilità ambientale, che adottano pratiche e materiali eco-compatibili per ridurre le emissioni e migliorare l’efficienza energetica degli edifici.
Questo quadro normativo europeo avrà un significativo impatto su Verona, il cui patrimonio edilizio è molto datato, con numerosi edifici catalogati nelle classi energetiche più basse. Gli interventi di riqualificazione energetica (isolamento termico, infissi, impiantistica) creeranno opportunità per le imprese e influenzeranno i valori immobiliari; si stima infatti che almeno il 70% degli immobili dovrà essere riqualificato entro il 2050. Si arriva così a valutare per gli edifici residenziali della provincia di Verona un potenziale di investimenti in otto anni (dal 2025 al 2033) pari ad almeno 16 miliardi.
Anticipando i temi della tavola rotonda che ha integrato l’assemblea, Trestini ha poi ripercorso i punti chiave di “Verona 2040”, partendo dall’analisi delle dinamiche produttive, delle infrastrutture esistenti e della capacità demografica per definire punti di forza e vulnerabilità del territorio. «Condiviso con politici e amministratori, categorie e stakeholder del sistema Verona, il progetto», dichiara Trestini, «ha l’obiettivo di definire e pianificare interventi mirati e coordinati che rispondano con efficacia alle esigenze attuali e future. Il dialogo con tutti gli interlocutori ha rafforzato la nostra convinzione che questa pianificazione strategica non debba essere un obiettivo isolato ma un processo partecipato in grado di trasformare le ambizioni in una realtà e dare vita a un futuro prospero per la città e la provincia».