Fondazione Cariverona, soluzioni basate sulla natura e nuove tecnologie contro la crisi climatica
Quasi 5 milioni di euro a sostegno di 24 progetti per rispondere alla crisi climatica e contribuire a costruire un futuro sostenibile. Sono questi gli sforzi messi in campo da Fondazione Cariverona attraverso i bandi “Capitale naturale” e “Ricerca e sviluppo”. Gli interventi puntano a dare risposte concrete e innovative ai territori che, anno dopo anno, si trovano a fare i conti le conseguenze sempre più gravi del cambiamento climatico. L’obiettivo è provare a invertire la rotta con iniziative nate dal basso, che coinvolgono diversi attori (dalle associazioni alle imprese, dalle università agli enti pubblici), in un mondo sempre più vicino a un punto di non ritorno.
«Dobbiamo prendere atto che siamo in una situazione di emergenza», sottolinea il presidente della Fondazione, Bruno Giordano, «e che dalle scelte di oggi dipende il destino del nostro pianeta. Con questi bandi vogliamo contribuire a elaborare soluzioni efficaci per uscire dalla crisi, puntando su due elementi che riteniamo essenziali: la valorizzazione del capitale naturale e la ricerca scientifica. Siamo infatti convinti che la riscoperta del ruolo della natura nel contrasto al cambiamento climatico e l’identificazione di tecnologie innovative possano aiutarci a passare a un nuovo modello di sviluppo sostenibile, l’unico in grado di garantire un futuro di crescita e benessere ai nostri territori».
Il bando “Capitale naturale” sostiene 11 progetti (di cui 3 a Verona, Vicenza, Ancona e 2 a Belluno) mettendo a disposizione 3,71 milioni di euro. Le iniziative mettono in campo una serie di soluzioni basate sulla natura destinate a trasformare il territorio. I protagonisti degli interventi sono alberi, organismi viventi, corsi d’acqua, pascoli, parchi, piante, ecc., considerati preziosi alleati nella lotta al cambiamento climatico. I motivi? Contribuiscono ad assorbire la CO2, contrastano il dissesto idrogeologico, riducono le isole di calore, solo per citarne alcuni. I benefici di questi elementi vanno quindi valorizzati attraverso la tutela della biodiversità, il potenziamento dei corridoi ecologici e la creazione di nuove infrastrutture verdi. Si va dal ripristino dei boschi alla nascita di nuovi parchi, dalla costruzione di “tetti verdi” sulle scuole alla tutela delle terre alte e dei pascoli.
A Villafranca di Verona, verrà rigenerato e riqualificato un tratto di viale del Lavoro, in zona industriale, attraverso la rimozione di alcuni tratti di pavimentazione impermeabile, la creazione di rain gardens e di sistemi di drenaggio urbano sostenibile. Ad Arcole verrà invece realizzato un nuovo parco urbano in una zona agricola degradata di 11mila metri quadri, a ridosso del centro abitato. In due aree scolastiche di San Martino Buon Albergo (asilo nido “Collodi”, istituto comprensivo “Barbarani”) verranno costruiti dei veri e propri “tetti” verdi, un’oasi di biodiversità e una vasca per la produzione di vermicompost dagli scarti biologici della mensa. Complessivamente le iniziative metteranno a dimora quasi 3mila piante e realizzeranno (o ripiantumeranno) oltre 8mila metri quadri di aree verdi, migliorando il comfort ambientale di circa 10mila abitanti.
Il bando “Ricerca e sviluppo” – con 1,2 milioni di euro per 13 progetti, di cui 5 a Verona, 4 Vicenza, 3 ad Ancona e 1 tra Verona e Ancona – punta, invece, sulla ricerca applicata in tre ambiti chiave per lo sviluppo sostenibile: economia circolare, gestione di risorse naturali e habitat, contrasto e mitigazione del cambiamento climatico. Le iniziative sono il frutto della collaborazione tra centri di ricerca e aziende e mirano, anche attraverso il coinvolgimento di giovani ricercatori post-doc, a rendere i processi produttivi sempre più green attraverso l’uso di nuove tecnologie. Si va dall’impiego dell’intelligenza artificiale per ottimizzare la produzione di biogas al riciclo di scarti di lavorazione del settore lapideo o delle plastiche, dai modelli di gestione sostenibile delle dighe fluviali alle macchine a basso impatto ambientale per il diserbo delle malerbe.
Oltre al focus sulla sostenibilità, sono due i fattori che accomunano le 24 iniziative. «Entrambi i bandi prevedono, innanzitutto, la presenza di un centro di ricerca o di un ateneo come ente capofila o come partner di progetto», sottolinea Filippo Manfredi, direttore generale della Fondazione, «Crediamo infatti che la scienza abbia un ruolo fondamentale da svolgere in questa sfida, dallo sviluppo di nuove tecnologie in laboratorio al potenziamento dei vantaggi legati alle soluzioni basate sulla natura». Il secondo elemento è rappresentato dal coinvolgimento del territorio. «I bandi chiamano in causa non solo associazioni del terzo settore o ambientaliste, ma anche enti pubblici, aziende, università, cittadini, giovani. Non possiamo pensare di uscire da questa crisi da soli. Crediamo sia ora di mettere da parte visioni parziali o limitate, che guardano a interessi di breve termine, per cominciare a lavorare su obiettivi condivisi, di ampio respiro. I nostri progetti si fondando su alleanze inedite perché quando ciascuno dà il proprio contributo il cambiamento diventa reale e la sostenibilità si trasforma in un sogno possibile», conclude Manfredi.