Legnago, Serracchiani e Rotta ospiti online del Pd locale

Nella serata di lunedì, il circolo Pd di Legnago guidato da Gianfranco Falduto, in collaborazione con la segreteria provinciale del partito con alla testa Maurizio Facincani, ha organizzato una tavola rotonda online focalizzata sul ruolo delle amministrazioni locali nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, quale principale strumento per delineare le strategie di sviluppo del nostro Paese per i prossimi decenni. Sono intervenute le deputate dem Alessia Rotta e Debora Serracchiani, oltre all’imprenditore Franco Zanardi e al membro dell’ufficio di segreteria del circolo Pd cittadino, Massimo Castellani, con delega alle Pmi e allo sviluppo del territorio.
«Il tema di cui discutiamo oggi è estremamente importante, ma pressoché assente nel dibattito politico nazionale e locale; l’Europa sta mettendo a punto il programma “Next Generation Eu”, lo strumento creato per il rilancio dell’economia in Europa, finanziato con le risorse del bilancio 2021-2027», esordisce Falduto nella sua introduzione. «Il programma – prosegue il segretario dem legnaghese – fa parte del Piano europeo di ripresa e resilienza, e l’Italia avrà la fetta più grande di questo piano, per permettere al nostro Paese di superare i molti gap che ci collocano sotto la media europea, in termini di produttività, ricerca e sviluppo, digitalizzazione, occupazione giovanile e femminile e mobilità sostenibile.
«In Veneto – aggiunge – si investe in ricerca e sviluppo circa l’1,2% del Pil prodotto in Regione, contro una media europea che supera il 2%. Inoltre, nella nostra Regione solo il 30% dei giovani tra i 25 e i 34 anni possiede un titolo di studio universitario, contro il 45% della media dei Paesi Ocse. Con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Veneto ha l’opportunità di allinearsi alle regioni più avanzate d’Europa».
«Verranno finanziati progetti – conclude – che riguardano appunto la sostenibilità, la scuola, la Pubblica amministrazione, la cultura, lo sport e la salute, con l’obiettivo primario di superare le disuguaglianze. Dovranno essere poi le amministrazioni locali ad individuare gli interventi prioritari sul territorio. La Regione Veneto ha elaborato il Piano regionale di ripresa e resilienza, attraverso il quale ha individuato 155 progetti da sottoporre al Governo per essere finanziati con parte delle risorse europee, ma di questo documento non se ne è più parlato; lo stesso vale a livello locale».
Dopo la presentazione dei relatori, ad opera del segretario provinciale del Pd Maurizio Facincani, che ha svolto il ruolo di moderatore del dibattito, è intervenuta la presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, Alessia Rotta: «Grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza, il nostro Paese può intraprendere un percorso diverso. Il programma europeo “Next Generation Eu” è frutto anche dell’attenzione e dell’impegno delle forze riformiste che compongono i vari governi in Europa e che hanno chiesto di abbandonare le politiche di austerità. Tra i punti principali del “Next Generation Eu” figurano l’economia circolare e la riduzione delle emissioni inquinanti, ma soprattutto l’ambizione di ridurre le evidenti disparità nel nostro Paese, che riguardano non solo il divario nord-sud ma anche il livello sociale, e che si sono acuite con il Covid».
«Le proposte del Partito Democratico – prosegue – nella riduzione delle disparità si focalizzano soprattutto sui giovani e sulle donne. Il nostro Paese può cambiare se cambieranno anche i rapporti tra istituzioni e tra lo Stato e le imprese. Le imprese in questi mesi si sono attrezzate in termini di risparmio energetico e riuso, ma questo costo oggi non viene condiviso tra Stato e aziende. Il piano funzionerà anche grazie ad un’alleanza strategica con i cittadini, che preveda la loro partecipazione nelle scelte fondamentali. Una forza democratica e riformista come la nostra deve essere in grado di condurre una battaglia importante su questi temi, anticipando i tempi del cambiamento».
Sul tema del rapporto tra Stato e imprese si è inserito l’intervento di Franco Zanardi, imprenditore e vicepresidente dell’associazione nazionale delle fonderie (Assofond): «Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza vengono proposti argomenti quali la banda larga e le politiche attive di formazione-lavoro. Le imprese hanno certamente bisogno di questo ma ciò che più conta è la struttura continuativa di questi strumenti perché anche all’interno della nostra organizzazione ci siamo confrontati tra l’urgenza di effettuare determinati interventi in determinati tempi e la gradualità che invece occorre per pianificare; quindi è importante che le regole siano chiare e di lungo termine».
«Da questo punto di vista mi sta molto a cuore la stabilità politica di lungo periodo, nel senso che noi possiamo manifestare tutte le nostre esigenze e i nostri importanti progetti, ma con questa continua sensazione di precarietà, difficilmente possono essere attuati. Un aspetto fondamentale è cambiare la base imponibile e la tassazione del lavoro, cosa che per quanto ci riguarda stiamo già facendo perché il cuneo fiscale viene ridotto, e vengono offerte interessanti possibilità per l’assunzione dei giovani, ma l’economia necessita di una prospettiva di lungo termine, per raggiungere l’inclusione e la coesione di cui si parla nel Piano nazionale di ripresa e resilienza», conclude Zanardi.
Sui temi di interesse locale si è incentrato l’intervento di Massimo Castellani, membro dell’ufficio di segreteria del circolo Pd legnaghese con delega alle Pmi e allo sviluppo del territorio: «Gli obiettivi posti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e del programma “Next Generation Eu” si possono raggiungere solo se c’è una consapevolezza che parte anche dal basso, con un cambio culturale, anche perché stiamo parlando di un investimento che interesserà le future generazioni. Parlando delle politiche attive per il lavoro, bisogna essere più consapevoli che un lavoro che si inizia in questo periodo, se qualche decennio fa durava 40 anni, ora avrà la durata al massimo di 5 anni. Dobbiamo quindi chiedere alla politica che ci porti verso la direzione del cambiamento».
Più politico l’intervento di Debora Serracchiani, che ha ricordato come l’Europa abbia reagito alla pandemia mondiale con strumenti importanti e corali, quali la messa in comune del debito degli Stati europei. «Il bilancio dell’Unione Europea – ricorda Serracchiani – non è più solo frutto dei contributi dei singoli Stati, ma è stato costruito su un’idea comune, e in questo contesto europeo l’Italia è il Paese che ha avuto di più dall’Europa. Anche perché, prima della pandemia, eravamo in una situazione di difficoltà economica. Complessivamente riceveremo da qui ai prossimi dieci anni poco più di 248 miliardi di euro, la stragrande maggioranza dei quali deve essere spesa entro i prossimi cinque anni. Deve quindi anche cambiare il contesto italiano, nelle procedure amministrative, nella capacità di mettere in atto i progetti presentati, bisogna cioè mettere in atto un imponente sistema di semplificazione, con regole certe e chiare nella loro attuazione. Questo deve valere a tutti i livelli, dallo Stato centrale agli enti locali».