Politica

Pfas, i consiglieri regionali di minoranza del Pd chiedono i risultati degli screening sulla contaminazione

«Quali sono i risultati, anche parziali, degli screening sulla contaminazione da Pfas nelle province di Verona, Vicenza e Padova?». Tornano a chiedere dati Anna Maria Bigon e Andrea Zanoni, consiglieri regionali del Partito democratico, all’indomani della dichiarazioni del delegato Onu Marcos Orellana, a conclusione della visita di due settimane in Veneto.

«C’è bisogno di informazione e trasparenza. Anche i rappresentanti Onu hanno evidenziato ritardi della Regione su questo versante, sottolineando come siano stati violati diritti umani proprio per la mancanza di informazioni. Un ritardo che continuiamo a scontare ancora oggi, basti pensare che Greenpeace e Mamme No Pfas sono dovuti ricorrere al Tar per avere i risultati della contaminazione sulla catena alimentare», polemizzano.

«Più volte durante la prima fase della pandemia», ricordano Bigon e Zanoni, «abbiamo sollecitato la ripresa dell’attività di screening che, almeno nell’Ulss 9, aveva subito una battuta di arresto vista la carenza di personale per i prelievi del sangue. Rispondendo in aula a una nostra interrogazione l’assessore Lanzarin rassicurò sul fatto che non c’era stata alcuna sospensione e che anzi le indagini erano già concluse per l’Ulss Berica e quella Euganea, mentre per la Scaligera sarebbero proseguite per tutto il 2021. A distanza di sei mesi vogliamo sapere cosa emerge da queste analisi».

«E torniamo a chiedere con forza», aggiungono i due esponenti del Pd, «un nuovo monitoraggio sugli alimenti dopo quello del 2017, così come annunciato due anni fa senza alcuna conseguenza pratica, allargandolo anche alla zona arancione. È un altro dei problemi sottolineati anche dal relatore dell’Onu e a cui la Regione ha il dovere di rispondere».

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