Aviaria, in arrivo gli indennizzi per i danni del 2021
Epidemia aviaria, uno spiraglio di luce. Dopo oltre un anno di attesa, sono in arrivo i pagamenti degli anticipi relativi agli indennizzi per i danni indiretti subiti dagli allevatori. Si tratta degli importi relativi al periodo ottobre-dicembre 2021 e che coprono il 25% dei danni denunciati dagli allevatori. Le somme sono state assegnate ad Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura e agli organismi pagatori regionali; i pagamenti in Veneto dovrebbero partire da questa settimana.
I funzionari del ministero per l’Agricoltura e la sovranità alimentare hanno anche annunciato che l’anticipo del 25% dei danni riferiti al periodo gennaio-maggio 2022 sarà liquidato entro il mese di giugno, utilizzando un fondo di 40 milioni di euro. Procede, intanto, il negoziato per il riconoscimento da parte della Commissione Ue del totale degli indennizzi, con l’obiettivo di chiudere la procedura con Bruxelles entro il 2023. Sulla base delle informazioni fornite i danni complessivi dell’intero periodo dell’epidemia aviaria, ottobre 2021-maggio 2022, ammonterebbero a 260 milioni di euro, per i quali si richiede un congruo finanziamento che sarà a carico dell’Unione Europea per il 50% e del nostro Paese per l’altro 50%.
«Il ministero spera di chiudere l’intera partita dei danni entro l’anno, ma bisogna vedere quanti soldi stanzieranno», sottolinea Diego Zoccante, presidente dell’Ava, l’Associazione veneta avicoltori. «Gli allevatori veronesi», aggiunge, «stanno aspettando da tempo l’arrivo degli aiuti, anche perché molti sono rimasti fermi a lungo senza reddito e, soprattutto chi alleva tacchini, ha dovuto subire un ulteriore stop fino a febbraio, a causa della recrudescenza dell’epidemia nell’autunno scorso. Ora, dal 1° febbraio, la Zona di ulteriore restrizione, Zur, che riguardava i tacchini, è decaduta e perciò si può riprendere ad accasare».
«Quest’operazione, però, andrà avanti a rilento, e perciò c’è il rischio che molti allevamenti rimangano ancora senza redditività e senza gli indennizzi necessari a far fronte alle spese. Il settore dei tacchini è quello più in crisi, perché da ottobre 2021 ad oggi abbiamo fatto solo un ciclo estivo di produzione. Tante aziende sono in crisi di liquidità, nonostante i prezzi dell’energia e del gas siano calati, e non sanno come pagare i mutui e i dipendenti. E si vive sempre con il timore dell’aviaria, perché il vaccino, ad oggi, sembra ancora un miraggio. Stiamo comunque lavorando perché sia la Regione che il ministero riescano a trovare fondi per coprire anche quest’ultimo stop al lavoro, causato dalle ultime restrizioni e dai mancati accasamenti», conclude Zoccante.