Economia

Mafia e turismo, “torta” da 3,5 miliardi

Secondo l’edizione annuale del report “La ricchezza dei Comuni turistici”, realizzato da Sociometrica, infatti, nella Top 100 dei Comuni italiani per valore aggiunto turistico sono presenti ben sette realtà della provincia scaligera (Verona, Bardolino, Castelnuovo del Garda, Garda, Lazise, Malcesine e Peschiera), che da soli raggiungono un valore aggiunto turistico che sfiora appunto i 3,5 miliardi di euro.

Un “bottino” che fa decisamente gola alla criminalità organizzata, come evidenziato nei giorni scorsi al convegno “Prevenire l’infiltrazione mafiosa nel settore del turismo. Quali politiche e strumenti?”, promosso dalla Consulta della Legalità della Camera di Commercio di Verona, in collaborazione con l’associazione “Avviso pubblico”.

«La Camera di Commercio – ha affermato Paolo Artelio, componente di Giunta dell’ente e presidente della “Destination Verona & Garda Foundation” – è la casa di tutti gli imprenditori. Sviluppiamo tutti i dati utili per dare alle nostre aziende le informazioni e la formazione necessaria a far sì che il fattore infiltrazione non si sviluppi ulteriormente nel nostro territorio, in modo da mantenerlo in un contesto di legalità e di concorrenza leale».

Dopo i saluti di Nicola Baldo, componente della Giunta della Camera di Commercio scaligera, la prima tavola rotonda, moderata da Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale di “Avviso pubblico”, è stata l’occasione per fare un quadro dettagliato del settore. Il turismo veronese, con 73mila lavoratori, ha il 17% degli occupati della provincia. A Verona e provincia ci sono 9.745 esercizi ricettivi per un totale di 170.103 posti letto. Le strutture alberghiere sono 803 con 46.401 posti letto; le strutture extra-alberghiere sono 8.942 con 123.702 posti letto.

Nel 2022, la provincia di Verona ha registrato oltre 17 milioni di giornate di presenza turistica (quinta in Italia). Le minacce principali di infiltrazioni criminali nel settore turistico sono date dai numerosi e repentini passaggi di proprietà, difficilmente tracciabili e con il rischio che si possano inserire anche interessi e capitali illeciti.

Analogo ragionamento vale per gli affitti d’azienda. I numeri relativi al turismo sul lago di Garda lo rendono particolarmente attrattivo per le organizzazioni mafiose, che puntano a diversificare i propri investimenti, minimizzare i rischi e riciclare il denaro, soprattutto laddove c’è maggiore ricchezza.

Ma il problema è esteso a tutta la provincia come è emerso dalla seconda tavola rotonda moderata dal giornalista Ario Gervasutti. Andrea Di Nicola, docente di Criminologia dell’Università di Trento, e direttore del Centro di Scienze della Sicurezza e della Criminalità per le Università di Trento e Verona, ha spiegato: «La pandemia ha fatto guadagnare ancora più risorse alla criminalità organizzata. E’ stata un’enorme opportunità, perché le mafie hanno potuto sfruttare le importanti difficoltà di tutto il settore turistico, come accaduto anche in settori, già a rischio di riciclaggio e quindi di infiltrazioni mafiose. Le aree turistiche, come quelle di Verona e Trento, con numerosi alberghi sono particolarmente a rischio. Non bisogna pensare che arrivino imprenditori con la lupara, ma parliamo della mafia dei colletti bianchi fatta di società offshore che fanno capo a Paesi come Cipro e Malta, ed è difficilissimo scoprire chi c’è dietro. C’è il rischio altissimo che chi è vulnerabile cada in offerte di acquisto che sembrano impossibili da rifiutare per questo è necessario sensibilizzare gli imprenditori».

«Il comparto del turismo – ha concluso il coordinatore nazionale di “Avviso pubblico”, Pierpaolo Romani – non è solo un mercato economico di grande sviluppo ma anche un classico mercato del riciclaggio di denaro. Per questo dobbiamo rafforzare l’attività preventiva, rendendo trasparenti e tracciabili i capitali e i passaggi di proprietà delle strutture alberghiere.  Occorre creare una sinergia tra diversi soggetti. La sola repressione non basta, creare consapevolezza e fornire strumenti di analisi e di intervento».

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