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La “Fiera della polenta” è unica perché valorizza un mais autoctono di qualità

La 26esima “Fiera della polenta” di VIgasio si è aperta giovedì 17 ottobre all’insegna delle novità, con un menù ancora più ricco e variegato rispetto alle scorse edizioni. Ma se l’offerta culinaria è sempre più ampia, la base di partenza rimane sempre la stessa, e cioè la polenta autoctona di Vigasio, un prodotto derivato dalla lavorazione del mais il quale trova la sua massima espressione proprio sui terreni locali, che le cucine della manifestazione abbinano indifferentemente con ottimi risultati a carni, pesce, funghi, legumi e formaggi.

«Questo cereale, importato secoli fa dall’America, ha trovato la sua collocazione ideale fin dagli albori della sua storia proprio nei nostri campi«, spiega l’imprenditore agricolo Matteo Leoni, che è anche un consigliere comunale e un membro della Coldiretti locale. «Ciò», osserva, »grazie al fatto che il nostro suolo agricolo è ricco di humus, definito di medio impasto; significa che presenta quantità di sabbia, limo e argilla in proporzioni tali da non far prevalere le caratteristiche di ciascun elemento sull’altro, in particolare per quanto riguarda le proprietà meno favorevoli alle coltivazioni. Tali caratteristiche hanno fatto sì che i nostri agricoltori si accorgessero fin da subito di quanto un chicco di mais potesse rendere, sia in termini quantitativi che qualitativi».

«La coltivazione di un mais fatto con i “grani antichi” non è stata abbandonata del tutto», aggiunge, «Nel recente passato alcune aziende hanno riportato alla luce alcune varietà di sementi che stavano per essere dimenticate e, dopo un importante lavoro di selezione, partendo da una base di una decina di varietà di mais, ridotte poi a tre, hanno creato un seme “autoctono” che racchiude in sè tutte le migliori qualità organolettiche di una farina che diventerà polenta destinata al consumo umano». Questa varietà di mais viene tutt’ora coltivata sui terreni di Vigasio dando ottimi risultati in termini di qualità, arrivando a rese di 9-10 tonnellate per ettaro.

«Il prodotto viene poi lavorato e confezionato sempre sul nostro territorio da La Veronese-Molino e dalla Riseria Martini. Durante la “Fiera della polenta” la farina di mais viene cucinata e servita a tutti i nostri ospiti», sottolinea il presidente dell’associazione Vigasio Eventi (che organizza la manifestazione), Umberto Panarotto. «Il successo della nostra Fiera», afferma, «non potrebbe essere tale se non offrissimo un prodotto unico, che racchiude tutte in sè le migliori qualità di un mais nato a Vigasio e coltivato con le moderne conoscenze in termini agronomici, rispettando al tempo stesso quelle che sono le regole non scritte di un sapere e di un’ esperienza contadina che arrivano dal passato, e che rappresentano quindi i nostri valori e la nostra cultura». «La resa in tavola è unica. I visitatori della “Fiera della polenta” possono infatti gustare un prodotto che racchiude sapori e odori di un tempo della terra da cui proviene», conclude.

In prossimità delle casse è già in vendita la polenta autoctona appena macinata, la stessa con la quale vengono preparati i piatti serviti all’interno degli stand gastronomici.

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